GENNAIO 2020 INCONTRO (VIRTUALE) CON "MARIO RISO" A CURA DI RENATO GARBIN

Testo di Renato Garbin – Foto da archivio Mario Riso

Mario Riso, innanzitutto una piccola premessa. Tra i miei mille ascolti, anche se non posso vantare una conoscenza enciclopedica dei molti gruppi musicali che ho seguito in passato, di ogni genere e stile e che seguo oggi, quello relativo a Rezophonic mi ha sempre dato quel certo non so che, quel qual cosa che ricerco moltissimo in chi fa della Musica la sua proposta di vita. Al che, ecco che scatta il meccanismo e, alla prima occasione, cerco di saperne di più. Certo, mi direte, ma ci sono Wikypedia, ci sono i siti ufficiali, eccetera, ok, vado pure a leggiucchiare, se proprio si vuole, ma non è la stessa cosa di una bella chiacchierata con la personalità che ti interessa, per avere un quadro più…personalizzato, appunto, delle cose. E come ci sono persone con cui ancora vorrei fare questo, vedi, che so, con un Vasco Rossi, una Gianna Nannini e altri, possibilmente non a ridosso di un live, ma in una situazione più tranquilla, rilassata, ecco che mi è capitata finalmente anche l’occasione di incontrare, seppur virtualmente, Mario Riso, uno dei migliori batteristi italiani sulla piazza. E di batteristi, grandi batteristi, in Italia, ne possiamo vantare una bella lista, ciascuno con il suo tocco magico esclusivo, sulle pelli. Lo spunto me l’ha dato, onestamente, la nostra Alessia Marani, che si è detta entusiasta di questa iniziativa, che avevo appena accennato come idea, che già “covavo” da qualche tempo tra le mie aspirazioni. Figuriamoci, il suo entusiasmo all’idea è stato il via e così l’ho colta al volo, naturalmente.
Perché interessato Mario Riso, un batterista? Beh, a dire il vero la figura del batterista in genere mi ha sempre affascinato, chissà, magari se la vita fosse andata diversamente, sarei potuto essere anche io un batterista…Per il momento ne ho conosciuti diversi, ma ancora non ho avuto il piacere e l’onore di contattare Mario Riso, ecco, perché! Sai, in verità, quando ti siedi su quello gabello e cerchi di battere le bacchette sulle pelli, come le chiamano loro i vari “tamburi”, gli strumenti, ti rendi conto che non è davvero una cosa alla portata di tutti, bisogna nascerci, avere la dote naturale… nemmeno quando ti avventuri a fare questo, magari pensando fosse più semplice, con una “drum machine” computerizzata, puoi sperare di fare chissà che, se la dote non c’è. Ho provato a “pasticciare” pure in questo modo, poi ho deciso di lasciare tutto a chi lo sa fare e bene e questo, però, mi ha insegnato a rispettare molto chi vive questo mestiere, questa attività musicale e ha raggiunto quotazioni davvero altissime, come anche chi suona, umilmente, in qualche balera di paese. Perciò ogni volta che incontro un batterista c’è, in ogni caso, una sorta di venerazione. Ed eccoci, finalmente con Mario Riso, che ringrazio davvero moltissimo per la sua pazienza e disponibilità e, credetemi, sono davvero emozionato, per questa occasione. Spero mi perdonerete, per qualche strafalcione dei miei! Ha!Ha!Ha!...

Renato Garbin - Ciao, Mario e benvenuto a questo “microfono virtuale”, grazie per essere con noi, di Almax Magazine!

Mario Riso - E' sempre un piacere. 

R.G.Facendo seguito alla premessa cui sopra, so che hai scritto (quindi, oltre che batterista, anche scrittore) un manuale di batteria molto particolare, immagino utilissimo per chi si avvicina a questo strumento con velleità serie…Io mi metto ormai da parte, ovviamente perché ormai “sono vecchio” e non ho più speranze, ma per le giovani generazioni, sicuramente sarà una guida importante. Come si intitola e dove lo possiamo trovare? Soprattutto, come lo hai pensato e impostato?

M.R. – Ho cominciato a studiare la batteria dopo alcuni anni trascorsi a suonare da autodidatta. Inizialmente vivevo lo studio con distacco perché pensavo che il mio istinto fosse la strada migliore, mi ero da poco innamorato del metal e non trovavo affinità tra me e l'approccio batteristico dei musicisti italiani dell'epoca. Mi sentivo come un ragazzo che voleva imparare un linguaggio ma si ritrovava ad investire tempo studiando matematica …. insomma tempo perso ! Negli anni ho compreso che la tecnica e la conoscenza del mio strumento mi avrebbero dato gli elementi per poter esprimere al meglio ciò' che avevo da dire. Il mio metodo si chiama "Tieni il tempo" Enciclopedia dei ritmi in sedicesimi ed è edito da Volontè e parte dal presupposto che vi ho appena esposto . Schematizzare una griglia musicale fatta da 4 colpi che stanno perfettamente in un quarto significa avere la possibilità di poter gestire qualsiasi obbligato o frase musicale nell'ambito della divisione binaria del tempo. Sono molto fiero del mio metodo perché è di semplice comprensione e di immediato utilizzo….. la Bibbia.

R.G.Mario, mi ha incuriosito moltissimo il tuo nuovo lavoro…attenzione non dirò mai “ultimo”, come fanno in tanti, perché voglio sperare sempre che ci sia un continuo seguito…insomma, questo nuovo lavoro più recente, intitolato “Passaporto”, perché ha un contenuto molto particolare, della tua carriera. So che è disponibile in diversi formati, ce lo puoi raccontare?

M.R. - Ho sempre desiderato fare un cd da solista, ho cominciato a pensarci seriamente nel 2003 ma poi grazie ad un viaggio con la nazionale artisti tv ho scoperto il mondo di Amref ed ho pensato bene di utilizzare le mie canzoni per portare acqua dove non c'è ,fondando il progetto Rezophonic. Oggi dopo 11 anni e tre dischi (il quarto uscirà a breve) ho pensato fosse giunto il momento di fare qualcosa che portasse il mio nome. Il passaporto è un documento di viaggio e riconoscimento… Il mio è stato un viaggio temporale. Dal 1983 ad oggi di tempo ne è passato ed io ho trovato nel tempo un grande amico. Il mio "passaporto" contiene 18 canzoni , frutto del viaggio fatto attraverso oltre 30 anni di musica…. mi racconta, mi rappresenta e svela cose di me che non avevo mai reso pubbliche come l'amore per la musica latina/cubana e la mia voce .

R.G.Hai già avuto, manco a dirlo, altre esperienze discografiche nella tua lunga carriera (avendo iniziato molto giovane) …a quale sei più affezionato, perché ogni lavoro discografico contiene sempre delle storie vissute per realizzarlo, importanti?

M.R. - Amo quasi tutti i lavori che ho realizzato durante il mio percorso ma se proprio devo ne citerò alcuni: 

  • Movida - Contro ogni tempo / Frammenti Simili
  • Gianluca Grignani - La fabbrica di plastica
  • Rezophonic - I/II/III

R.G - Anche il Progetto Rezophonic non è una cosa nata “solo per fare musica”, ma con obbiettivi molto, ma molto seri…

M.R. - Rezophonic è la Nazionale del rock italiano, un progetto umanitario nato per "offrire da bere a chi ha veramente sete". Ci siamo occupati di costruire pozzi d'acqua per conto di Amref e soprattuto di Icio De Romedis . Dopo aver conosciuto la sete ho deciso di utilizzare la musica e gli amici per fondare un progetto che ci permettesse di provare a restituire un po' della nostra fortuna visto che molti di noi sono riusciti a realizzare il sogno di poter vivere della propria passione. Ad oggi sono stati costruiti 167 pozzi , 15 cisterne e 3 scuole e questo significa che migliaia di persone potranno sperare in un futuro migliore e bere acqua pulita per tutta la vita.

R.G. – Cinquant’anni e non dimostrarli, la Musica, quando scorre nelle vene, sembra mantenere giovani…e si sente dalla forza misuratissima del tuo tocco sulle pelli… e dei “ferri”...

M.R. - La musica e la passione per la vita fanno miracoli. Ti ringrazio per il bellissimo complimento, in effetti sia fisicamente che mentalmente sento che non è ancora arrivato il momento di rilassarmi e godermi un pò di meritata tranquillità. Sono tante le cose che ho realizzato in questi anni ma sono ancora di più quelle che mi mancano per cui ….. non ho tempo per invecchiare. 

R.G. – Mario Riso, non solo Rezo, ma grandi collaborazioni con artisti di alto livello, chi ti è rimasto più impresso, ovvero, quale tra questi, se ti va di dircelo, ti ha lasciato il segno, insegnato qualcosa di molto particolare a cui senti di dire grazie?

M.R. - Mi stai facendo una domanda alla quale è impossibile rispondere. Ogni amico, artista, musicista, essere vivente si differenzia dall'altro e ciascuno è in grado di regalare una ricchezza che si chiama unicità. Io sono legato ed innamorato dell'unicità e non riuscirei a privilegiarne una rispetto ad un'altra soprattutto in tema di collaborazioni fatte con cuore,amicizia,passione e talento.

R.G. – Ormai ricorre spesso questa domanda, che faccio un po’ a tutti gli artisti che incontro, per avere sempre meglio un quadro sulla questione. Cosa ne pensi del mondo attuale della Musica in genere? Molti giovani mi pongono, si pongono, la domanda :”Come fare per emergere”, per “arrivare”? ... Forse so già come mi risponderai, ma voglio sapere lo stesso, attraverso la tua esperienza, cosa ne pensi? 

M.R. Questa è la società dell'apparenza, la società della scorciatoia, la società dell' usa e getta . Noi siamo cresciuti con la consapevolezza che per ottenere qualcosa bisognava meritarla, essere pronti, fare gavetta, lottare e soprattutto lavorare duramente. Ma i risultati ottenuti avevano un reale valore e restavano nel tempo. I ragazzi oggi si stufano velocemente, non hanno senso di appartenenza, non hanno voglia di fare fatica per ottenere minimi risultati. Ho fatto questa premessa necessaria perché la musica si è integrata perfettamente a questa filosofia di vita . I dj "suonano", i rapper "cantano", i programmatori "compongono"ed i musicisti hanno perso la voglia di raccontare le proprie storie per mezzo della musica. C'è grande confusione artistica, voglia di consenso, voglia di apparire per darsi un tono, di usare i social per dimostrare il proprio potere mediatico di influenzatori … La verità è che la musica è una disciplina che non fa sconti. Se non sai cantare e usi l'autotune , se non sai suonare uno strumento e campioni le frasi copiando ed incollando, se non sai suonare a tempo e utilizzi pro tools non significa che tu sia un figgo solo perché hai un seguito. Il disco dovrebbe essere un punto di arrivo … oggi è un semplice punto di partenza, infatti il livello della musica e degli artisti hanno toccato il fondo. Contenti voi …. io mi godo l'arte e del resto poco mi importa.

R.G.Adesso giochiamo un po’ con la fantasia. Anche questo lo domando spesso. Facciamo finta che tu possa disporre della famosa (o famigerata?) “Bacchetta Magica”, cosa vorresti maggiormente cambiare del presente, per ottenere un futuro migliore per gli Artisti? E cosa, invece, trovi ancora valido, funzionale, giusto, a tutt’oggi, da non cambiare?

M.R. - Se mi regalassero una bacchetta magica mi preoccuperei di migliorare tante di quelle cose che forse sarebbe meglio se me ne dessero due.

R.G.Adesso una domanda scontatissima, “diquellechenontihamaifattonessuno”…si, vabbè… Che opinione hai di questo fenomeno attuale dei talent? A parte quelli più famosi, televisivi, pensi che anche i vari contest, che vengono sempre di più organizzati, possano contribuire davvero a formare dei validi artisti? Oppure che siano fuorvianti?

M.R. - Io non sono contro i talent e la musica in tv ma sono contrario alla monopolizzazione degli spazi e della musica . Oggi i grandi investimenti vengono fatti solo su ragazzi nati e cresciuti nel vivaio pre confezionato. La musica è stata incanalata su binari tristi e lontani dal motivo del perché l'arte è nata. Si è perso il di vista il fatto che  l'unica cosa che conta è la forma di espressione e ciò che si ha da dire. Non amo e condivido gli allevamenti animali così come non posso pensare che gli artisti possano esistere SOLO quando passano da un vivaio o da un allevamento. Guardo i talent, gli artisti spesso mi emozionano …. mi spiace solo che ormai sia diventato l'unico modo per provare ad emergere. (non parlo dell'hip hop che ha tutto un altro percorso) ...

R.G.Sappiamo che hai organizzato importanti contest musicali, ma…da giovane hai partecipato anche tu a dei contest, con le primissime formazioni con cui hai suonato, come concorrenti?

M.R. - Da piccolo non esistevano grandissime opportunità' per gli emergenti … ho partecipato a Sanremo Rock ed a Rock Targato Italia.

R.G.Il pubblico di oggi come ti sembra recepire la musica, le canzoni, gli stili, originali? Lo trovi più preparato ad accogliere le novità, oppure pensi che si sia più ancorati a qualcosa di solito, ripetitivo?

M.R. - Credo di avere già risposto a questa domanda.

R.G.Bene, in effetti è vero, perfetto, ora le domande fanno rotta sul tuo presente più attuale. Abbiamo un nuovo lavoro discografico (su vari supporti) e lo abbiamo descritto, idem per l’originalissimo manuale, ora parliamo dei tuoi prossimi importanti impegni sopra i palchi italiani, esteri… vero che possiamo conoscerli attraverso il tuo sito http://www.marioriso.com/ , come pure ai tuoi tre (giusto?) profili facebook, ma si intendono gli appuntamenti a cui tieni di più e ai quali sarebbe davvero importante esserci ad assistere…

M.R. – Sto lavorando alla costruzione di un tour che mi porterà a raggiungere tantissime località italiane. Il tour comincerà da Roma il 20 Gennaio e presto avrò la possibilità di condividere le tappe sulle mie pagine social.

R.G.Ricordiamo agli amici che ci seguono che hai pure fondato dei canali tv musicali (Rock TV e HIP HOP TV), oltre ad altre iniziative radiofoniche, ci racconti un po’ di queste esperienze?

M.R. -  Nel 2001 , insieme a tre amici fraterni ,avevamo deciso di provare a costruire un canale nel quale si potesse vivere la musica che ci aveva fatto crescere così felice : il rock . Eravamo inesperti ma la passione ci portava sempre a fare le scelte giuste. La tv è stata innovativa sotto tutti i profili, siamo stati i primi ad introdurre format epocali come “Sala prove”,“Data Base”, “Morning Glory , Italians do it better” . Ho vissuto 12 anni amplificando la voce di chi aveva qualcosa da dire e sono fiero di avere dato spazio a tantissimi ragazzi che oggi sono diventati in parte protagonisti della scena musicale italiana. Da 3 anni a questa parte ho deciso di tornare a suonare a tempo pieno perché ho compreso che esiste una morale di fondo nella vita di ciascuno di noi. Puoi provare a smettere di fare qualcosa ma non di esserlo …. ed io sono un batterista.

R.G.Bene, spero davvero di poter avere finalmente l’occasione di poterti incontrare anche di persona, oltre che ascoltare live le tue performances di batteria e, perché no, anzi, anche della tua formazione musicale, che lo ricordiamo, hai tu stesso fondato, Rezophonic, Movida, oltre alle altre occasioni. Un rinnovato grazie per la tua gentilissima disponibilità da parte di tutto lo staff di Almax Magazine, a presto! Un abbraccio.

M.R. – Grazie a te, a presto!

Un saluto dal vostro Renato Garbin e da Mario Riso.