OTTOBRE 2020 INTERVISTA E RECENSIONE PER "SAMUELA PIERUCCI" Testo di Rosalinda Di Noia e Foto di Archivio

Ben trovati amici di Almax Magazine, da Rosalinda Di Noia!

Questa volta facciamo un salto nel mondo della prosa un genere letterario che secondo me non stanca mai anzi appassiona sempre di più alla lettura in un buon libro.

Questo mese, come ospite della mia rubrica, abbiamo Samuela Pierucci, che ci presenta il suo ultimo libro dal titolo “Quel Poco Che Basta”.

Ma andiamo ad approfondire la sua conoscenza, con questa bella chiacchierata che ho fatto proprio con lui dove scoprirete che è un’artista a tutto tondo.

RDN: Ciao Samuela, grazie di essere qui con noi e benvenuto!

SP: Ciao Rosalinda e grazie a voi!

RDN: Come è nata la passione per la scrittura?

SP: Credo che scrivere sia sempre stato un elemento naturale del mio modo di pormi di fronte alla realtà. Fin da quando ho imparato, da piccola, ho sentito l’esigenza di raccontare il mio mondo, interiore e contingente, per filtrarlo attraverso le parole e capirlo meglio. Così come leggere è stata da subito una passione irrinunciabile.

RDN: Quali sono gli scrittori o poeti da cui prendi spunto o comunque sono fonte di ispirazione per te o semplicemente ami leggere?

SP: Sono una lettrice molto eclettica: spazio dai libri noir ai romanzi classici passando attraverso i libri “per bambini e ragazzi”, amo fra i tanti Murakami, il collettivo Wu Ming, Pennac, Izzo, Haruf, Starnone, la grande letteratura contemporanea sia del nord che del Sudamerica, molti libri di autori scandinavi, alcuni esordienti italiani. Insomma mi piace cimentarmi con letture sia più leggere, meno impegnative, che con i classici più impegnativi. Amo immergermi in mondi nuovi, conoscere personaggi simili a me ma anche conformarmi con vite diverse e storie bizzarre.

RDN: Nella vita come lavoro fai l’anestesista in ospedale come riesci a conciliare il tuo lavoro alla scrittura?

SP: Non è facile, anche perché oltre a svolgere un lavoro impegnativo sia sul piano mentale che su quello del monte orario, anche notturno e festivo, sono mamma di due bambini piccoli. Cerco di ritagliare il tempo pensando che scrivere per me è un’esigenza, quindi alla fine non mi sento troppo in colpa se tralascio altri aspetti personali o familiari. Scrivere, e leggere prima di tutto, sono parti fondamentali del mio essere che sarebbe ingiusto trascurare.

RDN: Cosa ti ha spinto a decidere di scrivere dei libri?

SP: Credo che ci sia stato un momento preciso in cui ho capito che potevo scrivere anche per gli altri oltre che per me stessa, ed è stato durante l’adolescenza dopo aver letto “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” di Brizzi. Era come una liberazione: un giovane come me aveva dato voce alle inquietudini che sentivo e di cui scrivevo sul mio diario ogni giorno, ma lui lo aveva fatto attraverso una storia e dei personaggi resi pubblici, che una volta letti non appartenevano più solo all’autore. E insomma, questa magia la volevo fare anch’io.

Foto Samuela Pierucci 1

RDN: Nelle opere che realizzi quanto c’è di invenzione e quanto di tua esperienza di vita personale?

SP: Come percentuale, non saprei proprio dire. Ma ovviamente gli elementi ci sono entrambi. Penso che una storia non sia autobiografica solo se parla di chi la scrive, ma anche se parla di tutt’altro con la voce dell’autore. Ogni persona che conosciamo, ogni trauma o gioia che affrontiamo anche solo da spettatori ci modifica e ci plasma, quindi anche parlare di “altri da noi” può essere autobiografico, se fatto attraverso le lenti della nostra sensibilità. Ho comunque sempre ambientato le storie in contesti a me familiari, benché nel caso del primo libro distorti fino ad essere distopici. Parlo di ciò che conosco, di lati anche nascosti di me o di persone a me vicine, ma lo faccio trasfigurando l’esperienza che adatto poi ai personaggi, forse per una sorta di pudore. È il mio modo di essere sincera con il lettore, ma allo stesso tempo di proteggermi.

RDN: Nel 2016 pubblichi il tuo primo libro di narrativa “Vuoto fino all’Orlo” per la Casa Editrice Intrecci, parlaci di questo libro…

SP: È un libro che ho scritto quando avevo circa 17 anni, in un’epoca ormai preistorica rispetto a quella che vive la Samuela di oggi. Avevo l’esigenza di parlare della difficoltà del crescere in periferia, del trovare i propri spazi, e l’ho fatto parlando di un regno immaginario in cui convivono uomini ed esseri misti fra animali e personaggi fiabeschi. Ho parlato dell’amicizia, delle frustrazioni, delle paure che sentivo, ma l’ho fatto attraverso una storia che in apparenza è surreale, naif, con tratti noir, in all’apparenza lontana dalla realtà. I personaggi sono pieni di inquietudine e insoddisfazione, ma vuoti di prospettive: da qui il titolo, un nonsenso che rende molto l’anima della storia.

RDN: Il 17 Febbraio scorso (poco prima del lockdown) è stato pubblicato il tuo secondo lavoro dal titolo “Quel Poco Che Basta”, parlaci di questa tua opera…

SP: Rispetto al primo libro la genesi è totalmente diversa, quasi opposta: ho scritto di getto, per liberarmi dal senso di angoscia che provavo in un momento difficile in cui non riuscivo a conciliare i miei diversi aspetti e ruoli. Volevo parlare di alcune esperienze fatte, reali e che si ritrovano molto fedelmente nel racconto, ma soprattutto volevo calare una storia tragica in un momento storico particolare, l’estate del 2001. Ho voluto mischiare fra loro vissuto e immaginario, micro e macro storia per parlare di un dilemma che in quei mesi, come tante altre volte, mi si presentava davanti: cosa scegliamo realmente di fare ed essere se di fronte a un bivio siamo immaturi o inconsapevoli? Chi vogliamo diventare quando prendiamo certe decisioni importanti, e quanto dista l’ideale dal contingente?

RDN: Sul finale del libro sono contenute una serie di poesie parlaci di esse come sono nate, come le hai scelte e soprattutto ti senti più vicina alla narrativa o alla poesia?

SP: Ammetto di non cimentarmi nella poesia come nella prosa, mi sento piuttosto estranea a questo mondo che pure a tratti amo in maniera viscerale: Emily Dickinson, i grandi poeti italiani, i contemporanei come Vecchini o Quarenghi oltre a Friot o alla mia concittadina Matteoni, sono alcuni dei miei fari. Ho voluto scrivere poesie che però non appartenessero a me ma alla protagonista Nada, sia come sensibilità che come argomenti. Insomma ogni tanto mi piace scrivere ma soprattutto leggere poesie, però sono ancora una neofita assoluta.

Foto Samuela Pierucci 2

RDN: Se dovessi usare tre aggettivi per descrivere questo libro quali useresti?

SP: Catartico, denso, viscerale. Il perché di questi aggettivi lo deve trovare il lettore…

RDN: Se dovessi dare dei consigli ai ragazzi che si avvicinano alla passione della lettura, da dove gli diresti di partire per scegliere un libro da leggere ed appassionarli in modo tale da non smettere mai di farlo?

SP: Consiglierei di leggere ciò che parla di loro, innanzitutto. Romanzi di formazione, di crescita, che parlano delle difficoltà nel trovare il proprio posto nel mondo. Non è necessario che siano contemporanei, la gioventù è un perpetuo andirivieni di ebbrezza e sconfitta, è un giro sulle montagne russe trasversale alle epoche. Ma consiglierei anche di andare oltre, magari lontano, in mondi sconosciuti ed affrontare misteri e paure: molti autori italiani lo fanno magistralmente, come Morosinotto, Baccalario, Magnone, Geda, Gatti, Percivale, Sgardoli. Gli spunti non mancano, e sarà difficile staccarsi dalle pagine.

RDN: Per chi volesse acquistare le tue opere letterarie dove possono trovarle?

SP: Possono visitare il sito di Intrecci Edizioni oppure ordinarli in libreria, oltre che sulle principali piattaforme online.

RDN: Benissimo Samuela! Grazie ancora per la tua gentilissima disponibilità è stato un vero piacere parlare con te.

SP: Io ti ringrazio di cuore, per l’invito! A presto!

Pierucci Fronte

Come avete potuto vedere in l’Italia la passione, l’arte e lo scrivere qualcosa che ci appartiene o comunque ti rappresenta deve nascere da dentro e soprattutto quando quello che si scrive è autentico il pubblico ripaga sempre.

Con questo vi saluto e alla prossima!

Grazie da Almax Magazine per la cortesia e disponibilità. Con affetto e stima!

RECENSIONE: 

Dopo questi mesi dove spesso ho dato spazio ad un genere di nicchia come la poesia torno a proporvi un libro che appartiene al mondo della narrativa e lo facciamo con Samuela Pierucci che è stata ospite della mia rubrica per questo mese.

Il libro che vi propongo è il suo ultimo lavoro e si intitola: “Quel Poco Che Basta”.

Il libro è la storia di due ragazzi Nada e Seba pieni di sogni e progetti da realizzare per trovare la loro strada nel mondo fatta di scelte sbagliate e affrettate dettate anche dalla loro storia d’amore che li porta ad agire in modo impulsivo. Tutto questo li porterà a fare i conti con il destino e con la “Storia”, ovvero, la loro vita farà capolinea con gli avvenimenti dell’11 Settembre e il crollo delle Torri Gemelle. 

Personalmente, come vi ho già detto in altre occasioni, è un genere di libri che amo prendere e acquistare da uno scaffale di una libreria forse proprio per il fatto che una trama ben elaborata e intricata stimola di più la mia fantasia e la mia voglia di scoprire sempre qualcosa di nuovo. La cosa che ho apprezzato di più è vedere che la fantasia si mescola alla storia o meglio a fatti accaduti realmente e che hanno lasciato il segno in tutti noi nel bene e nel male e che dobbiamo sempre ricordare e mai dimenticare, anzi, semmai dobbiamo solo riflettere ed imparare.

Selfie yyycon Libro

L’ho trovato molto scorrevole e piacevole nella lettura, in quanto con un linguaggio semplice, diretto e immediato riesce a catturarti ed incuriosirti spingendoti a leggere pagina dopo pagina per scoprire quello che succede.

Consiglio questa lettura a tutti gli amanti di questo genere e di romanzi storici e a chi a poco tempo da dedicare alla lettura ed è alla ricerca di libri molto brevi.

Inoltre vi ricordo che chi fosse interessato ad acquistare il libro di andare a visitare il sito web della casa editrice www.intrecciedizioni.it e sul portale di Amazon.

Auguro a tutti voi buona lettura!