Ciao Almax Friends, la musica è un linguaggio universale, capace di unire mondi e generazioni, ma dietro ogni nota c’è un viaggio personale, una storia da raccontare. Giuseppe Longo, cantautore siciliano, è l’incarnazione di un artista che ha saputo trasformare la passione in una forma d'arte autentica. Fin dall’adolescenza, ha trovato nella musica la sua voce, nutrendola con influenze di grandi maestri come Lucio Battisti, Paolo Conte e Ivano Fossati. La sua chitarra, dono di suo padre, è diventata il mezzo attraverso cui dare vita alle sue emozioni, ai suoi pensieri e ai suoi sogni.
Nel corso degli anni, Giuseppe ha dimostrato di essere non solo un interprete, ma un vero e proprio narratore. Ogni sua canzone è un frammento della sua anima, un invito all’ascoltatore a riflettere, a esplorare il proprio mondo interiore. Brani come Il Volo di Icaro e L’Angelo non si limitano a raccontare storie, ma toccano corde profonde, affrontando temi universali con una sensibilità rara.
In questa intervista, Giuseppe ci accompagna lungo il suo percorso, dalle prime esperienze musicali fino ai riconoscimenti più prestigiosi. Ci svela i segreti del suo processo creativo, le sue aspirazioni e il sogno di calcare il palco di Sanremo, senza mai perdere di vista il legame indissolubile con il suo pubblico. Un viaggio che continua a sorprenderti, come solo la vera arte sa fare.
Alessia (Almax Magazine): Giuseppe, la tua storia inizia presto, già a quindici anni. Come hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada?
Giuseppe Longo: È vero, la mia passione per la musica è iniziata molto presto. Prima di scoprire la musica, però, scrivevo romanzi e brani. Poi, quando mio padre mi ha regalato una chitarra, è stato come trovare il tassello mancante. È stato uno strumento fondamentale che mi ha aperto le porte verso un nuovo modo di esprimermi. Da quel momento ho capito che la musica sarebbe stata parte integrante della mia vita.
Alessia (Almax Magazine): Hai avuto l'opportunità di esibirti in luoghi iconici, dove artisti come Ron e Francesco De Gregori hanno suonato. Che cosa ha significato per te calcare quegli stessi palchi?
Giuseppe Longo: È stato un onore incredibile. Esibirsi in quegli spazi ti fa rendere conto dell'eredità che ti circonda, di tutto il talento che ha attraversato quei luoghi. Ogni volta che salgo su un palco del genere, sento la responsabilità di dare il massimo e di rispettare la musica e il pubblico. È un'esperienza che mi spinge a migliorarmi continuamente.
Alessia (Almax Magazine): Tra i tuoi modelli ci sono nomi come Paolo Conte, Ivano Fossati, Francesco De Gregori, ma hai citato Lucio Battisti come la tua principale fonte d'ispirazione. In che modo Battisti ha influenzato il tuo modo di fare musica?
Giuseppe Longo: Battisti è stato davvero il mio maestro. La sua capacità di fondere musica e parole in modo alchemico è qualcosa che cerco sempre di portare nella mia musica. Non si tratta solo di scrivere una bella melodia o un testo profondo, ma di creare un equilibrio perfetto tra i due. Mi ha insegnato a non cadere nei cliché, a trovare sempre una chiave diversa per trattare un argomento e a lasciare spazio all'interpretazione del pubblico.
Alessia (Almax Magazine): Parlando proprio del rapporto tra artista e pubblico, so che per te è importante lasciare libertà all'ascoltatore di interpretare i tuoi brani. Puoi approfondire questo concetto?
Giuseppe Longo: Assolutamente. Credo che l’arte, e in particolare la musica, non appartenga solo a chi la crea. Quando scrivo una canzone, ovviamente c'è un significato personale dietro, ma una volta che arriva al pubblico, quella canzone diventa di chi la ascolta. Ognuno ci trova dentro qualcosa di diverso, legato al proprio vissuto, e questa è la magia. È un modo per far sì che la mia musica possa parlare a tante persone, ognuna in modo diverso.
Alessia (Almax Magazine): Due dei tuoi brani più amati, Il Volo di Icaro e L’Angelo, affrontano tematiche profonde come l’utopia e la lotta interiore. Come nascono canzoni così intense?
Giuseppe Longo: Sono brani nati da riflessioni personali. Il Volo di Icaro parla delle aspirazioni umane, dei sogni e delle utopie che, come Icaro, a volte ci portano troppo vicini al sole. È una metafora della vita, del rischio che si corre nel voler raggiungere l’impossibile. L’Angelo, invece, è un dialogo con quella parte buona di noi che spesso tendiamo a ignorare. Entrambe le canzoni nascono da momenti di introspezione, in cui ho cercato di mettere in musica quelle sensazioni universali che, credo, ognuno di noi vive.
Alessia (Almax Magazine): Hai parlato di Sanremo come un sogno nel cassetto. Cosa rappresenta per te il Festival?
Giuseppe Longo: Sanremo è un traguardo che sogno di raggiungere. È un’opportunità unica per un artista di mostrarsi al grande pubblico e di consacrarsi. Certo, ci sono anche molte sfide legate al Festival, è un ambiente competitivo e non sempre garantisce la fama duratura. Però rimane la manifestazione più importante in Italia, e penso che ogni artista sogni di salire su quel palco almeno una volta nella vita. Devi saper sfruttare quell’occasione al meglio.
Alessia (Almax Magazine): Quali sono i tuoi prossimi progetti? Cosa ci possiamo aspettare da Giuseppe Longo in futuro?
Giuseppe Longo: In questo momento sto lavorando a diversi nuovi progetti. Non posso rivelare troppo, ma vi assicuro che ci saranno delle sorprese. Il mio obiettivo è sempre lo stesso: continuare a stupire il mio pubblico, offrendo qualcosa di nuovo, ma che rispecchi sempre la mia identità artistica. Non vedo l’ora di condividere queste nuove creazioni con chi mi segue.
Alessia (Almax Magazine): Grazie mille Giuseppe per il tuo tempo. Ti auguriamo il meglio per i tuoi progetti futuri!
Giuseppe Longo: Grazie a voi, è stato un piacere!
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