OTTOBRE 2023 INTERVISTA A MAO MEDICI PER IL SUO PROGETTO " LA MIA STRADA" ORA IN USCITA !

Ciao Almax Friends, Vi rilascio la mia intervista a Mao Medici, un cantautore fuori dagli schemi con un live energico ed un set unico sul palco. Un narratore ironico e sagace !

"Cominciamo dall'inizio, Mao. Cosa ti ha ispirato a creare il progetto 'La Mia Strada'? Qual è il messaggio che desideri comunicare con questa raccolta di brani?"

Parto dicendo che non ho mai alcun messaggio da "veicolare" a chi mi ascolta. Il fatto che io suoni ed esprima me stesso non vincola e non sottointende obbligatoriamente il dover/voler mandare un messaggio. Mi è sempre sembrata un'imposizione (per chi ascolta) quella di dover comunicare un qualcosa, come se ne sapessi più di altri. Come a volersi ergere al di sopra. Io ho le mie esperienze e le mie idee che ho la fortuna di poter esprimere e hanno un minimo di risonanza. Ma ognuno ha le proprie.
Ho sempre preferito "sfruttare" tale piccola risonanza più per sensibilizzare su un determinato tema, magari donando inni ad associazioni, che non a "profetizzare" un messaggio.
Proseguo a fare quello che faccio senza tenere conto né delle mode né dei gusti altrui tantomeno dei "consigli" di chi ne dispensa sul mio modo di scrivere, suonare, comporre o cantare.
Seguo il mio percorso, la mia strada, senza mai "assoggettarmi" a nulla.

"Ogni canzone in questo album sembra raccontare una storia diversa. Puoi condividere con noi qualche aneddoto o ispirazione dietro a uno dei brani, ad esempio 'La Mia Strada'?"

È proprio da "La mia strada" che è partito tutto.
Volevo realizzare un singolo ma ne è scaturito un fiume in piena.
Non mando a dire nulla, volevo essere diretto e crudo e, nel testo, si percepisce tutta la mia stanchezza e rabbia verso quel mondo che, ho sì scelto, ma in cui non voglio più sprecare energie; a cui non mi sento più di appartenere perché certe dinamiche di ingranaggi fin troppo bene oliati a discapito degli artisti e della musica, mi hanno davvero prosciugato, nauseato e stancato.
È uno schiaffo a molti. Un treno in faccia ad altri. E va bene così.

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"Tra i tuoi nuovi brani, c'è uno che consideri il tuo preferito? Se sì, quale e perché?"

No. Non ho mai un brano preferito. Sono tutti parte di me. Questi andranno ad aggiungersi ai molti altri già pubblicati e non. Si, ne ho molti altri ancora "segreti".
Ai miei occhi sono come le stelle nel cielo. Se ne vedi alcune o mille sono sempre belle...

"'Anima libera" è uno dei brani dell'album. Cosa puoi dirci sulla creazione di questa canzone e sul suo significato per te?"

In realtà è un "remake" di una canzone scritta quasi trent'anni fa.
È dedicata ad un mio carissimo amico e, successivamente, a mio cugino.
Andrea e Giuseppe. Li ho sempre nel cuore. Rispettivamente 15 e 17 anni quando ci hanno lasciato...
I loro contorni cominciano a sbiadire. Il loro ricordo è nitido ma il resto sta cominciando a sfocarsi... Ho voluto "ripassare i loro contorni" riprendendo in mano ciò che avevo dedicato loro ai tempi. Sono sempre con me.
Con gli anni, purtroppo, molti nomi di sono aggiunti ai loro. Li ho tutti qui, vividi, nel mio cuore.

"Hai collaborato con altri artisti o musicisti in questo album? Qual è stata la tua esperienza lavorando con loro?"

Si, sempre tramite social. Sono tutti nomi internazionali dalle Americhe alla Cina, dalla Russia all'Europa.
Andrei Sabko , Alexander Bierk, Ushanka Boy
Maxim Razors. Questi i loro nomi.
Parlo fluentemente il francese, sono madrelingua, e mi arrangio con lo spagnolo. Comunicando via mail o whatsapp con loro perfeziono anche il mio inglese. Non si smette mai di imparare.
È fantastico interfacciarsi con i generi e la realtà di altri mondi con un'unica cosa in comune: la passione per la musica, la musica come lavoro. All'estero il fare musica è totalmente differente dall'Italia. Qui, l'artista, è un accessorio. Li, è un bene culturale, tutelato e stipendiato dallo Stato. Poter avere qui una situazione del genere è utopico soprattutto in una nazione dove la musica è in mano alla gente sbagliata e, soprattutto, il dio soldo ha corrotto una cosa pura come l'arte. Non accade solo nella musica...

"I testi delle tue canzoni spesso toccano temi profondi e personali. Come gestisci il processo di scrittura dei testi e quanto della tua vita personale finisce nelle tue canzoni?" 

Sono un cantautore. Tutto finisce nelle mie canzoni.

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 "Il brano 'Il Mio Punto di Vista', ha una prospettiva interessante. Puoi dirci di più su questa canzone e su come l'hai sviluppata?"

Il brano è dedicato a chi, come me, è o è stato in passato o agli inizi, deriso, denigrato, additato, sminuito, incompreso e potrei andare avanti giorni...
È partito tutto da una mia riflessione sui social. Un mio scritto. Divenuto poi una "lettera" a me stesso poi diventata una lettera dedicata ad ogni tipo di artista.
Siamo persone diverse, è inutile negarlo. Ma non è ego è solo la realtà. Non siamo migliori o peggiori di chi ha una vita canonizzata o standardizzata (in base alla società in cui viviamo ed al periodo storico ovviamente) Siamo solo diversi, abbiamo proprio dei recettori differenti, delle priorità diversificate. Non ci crediamo né superiori né inferiori a nessuno. Ma le persone che non vivono di questo non lo capiscono e quindi lo sminuiscono. O peggio, lo deridono. Ma qui si apre una diatriba che non basterebbero venti numeri della vostra rivista per sfangarla. Non ho voglia, come penso non l'abbiate voi, di perdermi in discorsi che, tanto, non porteranno mai a nulla. Perché avranno sempre ragione "loro". Quindi possiamo oltre.

Parli di "La Mia Strada" come di un progetto parallelo al tuo nuovo disco. Puoi condividere con noi come questo progetto si differenzia dal tuo materiale musicale precedente?

Non appena parte il primo brano capirai subito la differenza.

Il progetto "La Mia Strada" include brani diversi. Ci puoi parlare di un brano in particolare e spiegarcelo?

"Tempo ne ho". Dedicato alla battaglia che mio padre ha vinto contro la depressione. Se ne parla sempre troppo poco di questa patologia. È bastarda, nascosta, sottovalutata. È un brano dedicato ai padri in generale. A quei padri che stanno lottando o hanno lottato ed ora sono stanchi. E non riescono a rialzarsi ma lo faranno, devono solo trovare la forza. Mio padre ne è uscito e questo, ai miei occhi, lo rende un eroe.

Qual è il genere musicale che hai esplorato in questo progetto e come si allontana dalle tue precedenti produzioni musicali?

In realtà non ho esplorato nulla. È un genere che ho sempre fatto, molti anni fa. Si allontana nello specifico dall'acustica. Nel 2010 mi allontanati da tutti ciò che era elettrico. Oggi, in questo, mi allontano da tutto ciò che è acustico.
Iniziai nel 1992 con l'hip hop, poi seguito dallo ska e successivamente dal punk rock per poi passare al pop e all'alternative rock. Qui ho ripreso l'alternative e il rap vecchia scuola. E ho cambiato anche il modo di raccontare. Non è più sottovoce, anzi.

Hai menzionato che "La Mia Strada" è nato come una ricompensa per coloro che hanno finanziato il crowdfunding. Come è stata l'esperienza di coinvolgere i tuoi sostenitori in questo progetto?

Avere la fiducia e l'affetto delle persone è forse una delle più grandi fortune. È il secondo disco che mi finanziano le persone (il primo fu Volo Pindarico tramite Music Raiser)
Per chi finanziava il disco nuovo (Caotico, in uscita a breve) vi erano delle ricompense. Dal live ai biglietti per il backstage in teatro dalla mia discografia completa ai miei romanzi.
C'era anche un live con cena preparata da me e i musicisti.
Purtroppo il periodo post finanziamento è capitato proprio quando chiusero tutto per i lockdown. Da lì due anni buttati. Nessun live, nessun introito perché, come sappiamo, i musicisti non sono mai stati menzionati da nessuna parte (però tutti volevano le dirette. Gli stessi che non si sono mai visti ad un concerto... PS mai fatta una diretta in lockdown).
Quindi, tutti i progetti che mi ero fatto, le date organizzate, il programma ecc si sono sgretolati un pezzo alla volta.
Poi mi sono spento. Cercando soluzioni. E alla fine è arrivato questo nuovo progetto. Dal nulla. Per rispetto a tutte quelle persone prima lo avranno loro, con un mio bel biglietto di scuse. Successivamente (forse) lo pubblicherò anche se non credo di metterlo su Spotify perché, come sappiamo, sfrutta gli artisti. Anzi, metterò 31 secondi di ogni canzone.

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Hai avuto l'opportunità di sperimentare e provare qualcosa di nuovo durante la creazione di questo progetto? Quali sfide hai affrontato lungo il percorso?

In primis ho registrato io. Da casa. Ho imparato a mixare, editare, registrare. C'è molto spazio di miglioramento ma piano piano ci arrivo.
È una bella sfida. Il mondo delle Daw è pieno di nozioni, trucchetti, elementi, latenze, frequenze... È un delirio... Però mi affascina parecchio.
Ho sperimentato la libertà. Il creare brani senza preoccuparmi che avessero uno stesso genere, un contesto simile o contrapposto. Ho lasciato fluire. Spettacolo.

"Come ti prepari per una nuova uscita discografica? Quali sono le tue aspettative e speranze per l'accoglienza di 'La Mia Strada' da parte del pubblico?"

Non mi preparo.
Magari viene inviato qualche comunicato stampa ma non impazzisco né dietro ai numeri né tantomeno sono alla disperata ricerca di visualizzazioni.
Non mi interessa nemmeno la speranza di avere speranza dell'accoglienza da parte del pubblico.
A parte che oggi non si ascolta nemmeno più un brano ma si segue il ritmo. Ma lasciamo perdere.
Non me la meno, non sono disilluso. Faccio quello che mi va quando mi va e non mi aspetto mai nulla. Se a qualcuno piacerà il tutto, ben venga. Ma di certo non ne faccio una malattia a cercare follower, likes, iscrizioni ecc..
Il mio lavoro è fare canzoni. Quello faccio. Tutto il resto è un contorno pieno di chiacchiere.
Successivamente invio il tutto alla mia etichetta discografica (Attic Studio Label) che mi organizza la distribuzione.
Essendo da un po' nel giro, non appena viene data la notizia le radio e alcune testate mi contattano per qualche intervista, qualche diretta o magari qualche ospitata in qualche evento.  Una sorta di promozione del nuovo lavoro a cui, fino a qualche anno fa, sarebbero seguiti concerti e chilometri ma che oggi credo sia difficile. Al momento i live non mi mancano. Mi manca il palco, si, ma per quello che mi passa non certo per trovarmi davanti ad un pubblico. Mi manca il profumo del teatro, i viaggi, gli autogrill. L'intimità prima del concerto insieme ai turnisti, la stanchezza e le mangiate post concerto. Le risate nei camerini. Tutto quello che c'è intorno al live. Ma non mi manca il live. Tornerò a suonare, certo, ma quando avrò voglia di farlo. Ho imparato che, nei periodi di grossi cambiamenti bisogna imparare a non avere fretta e a stare fermi. Lascio stabilizzare il tutto e, quando sarà, tornerò.
Di certo in situazioni serie e in contesti professionali.
A differenza di molti colleghi, non smanio per fare duecento date all'anno finendo a suonare in gelaterie, pizzerie o alla sagra della polpetta. O finire a suonare solo con chitarra e voce in mezzo ad un prato senza nemmeno un impianto ma con solo con un amplificatore scassato del Canta Tu. Per di più gratis.
Lascio il tutto a loro. Divertitevi pure. "Non ho l'arroganza di credere che il modo musicale aspetti i miei concerti o brani. La musica c'è da prima di me. Esiste con me e ci sarà anche dopo di me. Quindi stiamo sereni che non ha "bisogno" di MAo per andare avanti e ne sono ben consapevole. Quindi resto tranquillissimo e senza nessun tipo di ansia da prestazione."

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Quali sono i tuoi piani futuri in termini di musica e cosa possiamo aspettarci da te nei prossimi mesi?

Pazzia. Pura e sana pazzia. Sono un music psyco  ????

Grazie Mao per questa splendida intervista ! Ti aspettiamo per le novità !

SITO UFFICIALE MAO MEDICI: https://www.maomedici.it/

Alessia Marani