GIUGNO 2020 INTERVISTA A "MARCO BIONDI" A CURA DI LUCA STRINO

Ciao amici di Almax, ho il piacere di intervistare una persona che per anni ha lavorato in vari network radiofonici (Radio Deejay, Radio 105, Virgin Radio), è produttore musicale e anche un mio carissimo amico: Marco Biondi. Visto il periodo che stiamo vivendo, con la quarantena dovuta per l'emergenza Covid-19, ci siamo incontrati virtualmente tramite chat, un bel modo per stare a contatto con la gente, anche lontana, senza dover per forza uscire di casa ed evitare inutili rischi.

Ciao Marco, come stai passando la quarantena e quanto ha influito molto sulle tue attività? Ciao a tutti, ciao Luca, la quarantena la sto passando bene a casa, come tanti italiani. La pandemia ha influito tanto su tutte le mie attività, alcune le ho dovuto sospendere, altre che riguardano il management e la consulenza musicale, degli artisti emergenti che seguo, sono state molto attive.

Sei molto impegnato a promuovere nuovi talenti, con la situazione che stiamo vivendo, come riesci a lavorare? Riesco a lavorare bene, ho organizzato da casa, in smart working il lavoro, sistema che io uso da 3/4 anni e sono abbastanza organizzato, mi collego con musicisti che collaborano con me e con SORRY MOM, l'agenzia di management di Luca Bernardoni a cui mi appoggio per i miei artisti. Lavoriamo in videoconferenza e stiamo facendo buone cose.  Con il gruppo musicale, Le Bisce, abbiamo lanciato il loro ultimo singolo:IL TEMPO DELL'ATTESA per poi produrre un video molto particolare, fatto con un insieme di video che gli amici ci hanno mandato da tutte le parti del mondo, che raffigurano le strade delle città vuote, in tema con l'emergenza Covid 19, se non lo avete visto, ve lo consiglio.

Come gestisci il tuo lavoro da casa? Lavoro tutto il giorno senza sosta, la mia casa è diventata un ufficio.

Alcuni artisti si esibiscono in concerti live nei vari social network, cosa ne pensi? Anche noi con SORRY MOM di Luca Bernadoni abbiamo organizzato il primo "SORRY MOM STAY AT HOME FESTIVAL", dove alcuni dei nostri artisti si sono esibiti, ognuno dalla propria abitazione, secondo un calendario prestabilito, con spettacoli di 20/30 minuti in diretta streaming. Facevamo dirette su FACEBOOK, oppure su INSTAGRAM a seconda del social usato dalle varie band, e devo dire che ha avuto uno straordinario successo, al punto tale che molti grossi portali hanno condiviso le nostre esibizioni e quelle dei nostri artisti. Subito dopo la prima edizione, ne abbiamo fatta una seconda con altri artisti che si sono uniti e che hanno dato il loro contributo a portare la musica nelle case. Speriamo di aver alleggerito questo clima teso.

Hai fatto Radio per tanti anni, come ci sei arrivato? A fare Radio ci sono arrivato per caso, ormai la storia è abbastanza nota Avevo 15 anni, nel mio paese, Soresina in provincia di Cremona, apriva una Radio. Era la fine del 1976, nascevano le prime Radio Private, sapevano che io ero un amante della musica e che avevo tanti dischi. Mi hanno chiesto se mi interessava collaborare, io con l'incoscienza di un quindicenne accetto. Cominciai ad andare in radio da loro, a vedere come funzionava, ero un ragazzo timidissimo, me ne stavo in un angolino a guardare, a rubare il mestiere, ero anche un po la mascotte perché ero il più giovane. La Radio si chiamava RCL26, RADIO COMPRENSORIO 26 LOMBARDIA, è stata una esperienza fantastica che mi ha portato a intraprendere quello che poi è diventato il mio lavoro.

Si può dire quindi che sei stato uno dei pionieri della Radio Privata? Non lo so, dipende dai punti di vista, prima di me ci sono stati DJ o speaker, anche coetanei,che trasmettevano nelle Radio più importanti di Milano, avevo tra i 16 e i 18 anni e crescevo ascoltando Radio 105, dove trasmettevano Alex Peroni, Max Venegoni, Gianni Riso, Leopardo, Claudio Cecchetto, Loredana Rancati, per me quella era la nazionale degli Speaker, la Radio più forte del mondo! Ascoltavo loro e cercavo di imparare, per me sono stati loro i miei Pionieri. Ognuno è pioniere di qualcun altro e ha i suoi modelli a cui ispirarsi.

Hai lavorato anche con Claudio Cecchetto, cosa hai imparato da lui?  Da Claudio ho imparato tutto, come tanti, è un Talent Scout incredibile Lo ascoltavo gia quando era a Radio 105 verso la fine anni '70, era uno di quelli che ascoltavo di più,  faceva anche un programma di novità con tante novità musicali, oltre che fare la Discomania. Quando nel 1982 Claudio lasciò Radio 105, per aprire Radio Deejay, io continuavo a seguirlo perché metteva musica che all'epoca era sconosciuta, i dischi arrivavano da Londra, cose dell' altro mondo. Entrai a Radio Deejay nel 1987, non ci potevo credere, era un sogno che si era avverato, lavorare nella Radio di Claudio Cecchetto. A Claudio devo tanto, lui gestiva una squadra fatta di grandi professionisti, con Jovanotti, Fiorello e tanti altri. Stare in quella Radio, in quella squadra, si imparava soltanto anche solo a respirare.

Parlaci della tua esperienza nella Città di New York ! Come fai a parlare di New York, New York è tutto, è uno Stato, è una nazione.  New York non è una città degli Stati Uniti d'America, o meglio, lo e perchè è situata sul suolo americano ma potrebbe essere ovunque perché è unica. Ho vissuto per 16 mesi a New York, lavoravo a Radio 105, ero il Direttore Artistico di 105 America, che aveva due sedi, una a New York, dove trasmettevo per l'Italia e l'altra a Miami. Per me New York è stato uno dei miei momenti più importanti della mia vita.

Oggi che rapporto hai con la Radio e come vedi il suo futuro? Ho un rapporto sicuramente ottimo con la Radio, è la mia vita, è il mio lavoro. Oggi non sono più nei Network, che ho lasciato 3 anni fa, la Radio mi interessa in forme diverse. Di solito quando si parla di Radio, si pensa sempre ai grandi Network. Credo che sia sbagliato, se pensiamo poi quante Radio ci sonoin Italia, i Network sono la minima parte. Certo, si prendono la parte più grande di ascolti. La Radio è un mezzo di comunicazione, ma si possono usare altri modi per comunicare. Io da tre anni, uso la mia pagina e il mio profilo Facebook, comunico da li a chi mi segue e c'è molta interazione. La Radio è lo stesso. A me piace ogni tipo di comunicazione, mi piace la comunicare, la Radio mi ha dato la possibilità di esprimermi e ne sarò sempre grato.  Credo comunque che la Radio è viva e gode di ottima salute e godrà di ottima salute anche per i prossimi anni.

Come è cambiata la Radio rispetto ai tuoi esordi? La Radio è cambiata totalmente, alcune radio sono diventate dei Network, in mano a grossi gruppi editoriali. In questi ultimi anni, la Radio, deve fare i conti con una rivalità che prima non c'era,  con i canali Youtube,  Spotify e Itunes e tutto ciò che è in streaming, oltre alla rivalità tra le emittenti radiofoniche. La Radio ha dovuto per forza evolversi e continuerà a farlo anche in futuro.

Parlaci di Do You Radio. Do You Radio è il corso di radiofonia che ho aperto con Luigi Speciale, Filippo Colombi e Cesare Zanotti, dove io mi occupo degli speaker, faccio corsi di aggiornamento e di specializzazione per speaker radiofonici. Luigi Speciale fa i corsi di produzione radiofonica, insegna a fare i jingle, le sigle,  gli spot e altro. Filippo Colombi fa un corso di programmazione musicale e regia. Cesare Zanotti, è il vocal coach, che insegna come adoperare la voce.  Chi vuole contattarci basta che ci scriva all'indirizzo e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., siamo a vostra disposizione.

Programmi per il futuro? Tantissimi, come sempre! Ho appena accettato la direzione artistica di Showtime.it, che è un portale che mette in contatto tutti gli artisti con chi organizza tutti gli eventi. Un organizzatore di eventi che magari cerca un presentatore, un musicista, un DJ o altro, può fare una ricerca nel nostro portale, vedere chi c'è più vicino e contattare che preferisce. Questo vale anche per gli artisti che possono contattare gli organizzatori.Invece con Radio Vigevano, c'è un progetto molto importante. Mi hanno proposto la direzione artistica, probabilmente inizierà anche quel progetto.

Descrivi Marco Biondi in poche parole. E' sempre molto difficile e strano parlare di se stessi, per cui cercherò di essere obbiettivo.  Credo di essere una persona determinata, sicuramente sono una persona concreta e mi piace la concretezza nelle cose, non sopporto le troppe parole, chi si mette in mostra chiacchierando all'impossibile vendendo aria fritta. Sono uno che ha la passione per il proprio lavoro e amo stare tra la gente. Grazie per l'intervista, spero che la prossima volta sia una chiacchierata a quattrocchi.

Grazie da Almax Magazine per la cortesia e disponibilità. Con affetto e stima!