GIUGNO 2021 INTERVISTA A "GIAN MARCO BASSI" A CURA DI ROSALINDA DI NOIA

Ben ritrovati amici di Almax, da Rosalinda Di Noia!

Questa volta, per l’angolo delle interviste dedicato alla musica ho deciso di tornare a fare un giro nel mio amato mondo della chitarra.

La chitarra, uno strumento che mi ha sempre affascinato molto e per il quale ho sempre avuto un buon orecchio, infatti, in questi anni di live sono sempre riuscita a notare chi ha un gran talento e chi è la brutta copia di un nome famoso.

Per la prima volta nella mia rubrica mi trovo ad ospitare un chitarrista di grande talento che è anche un carissimo amico.

Con grande piacere ed emozione vi vado a presentare Gian Marco Bassi

RDN: Ciao Gian Marco, benvenuto e grazie per la tua gentilissima disponibilità!

GMB: Ciao Rosy e grazie a te!

RDN: Come nasce la passione per la musica e quando hai capito che volevi diventasse una vera professione?

GMB: La mia passione per la musica nasce da piccolo, sono sempre stato un grande “ascoltatore” e ho tanti ricordi di viaggi in macchina con i miei genitori dove si ascoltava sempre tanta musica; ho voluto diventasse una professione, credo, proprio al primo concertino a 15 anni quando, dopo l’esibizione ad un piccolo festival con la band di amici del liceo, non volevo finisse mai la performance e mi ricordo di aver pensato: voglio stare per sempre sul palco!

RDN: Come mai tra i tanti strumenti hai scelto proprio la chitarra?

GMB: Da piccolo iniziai a studiare pianoforte per quattro anni ed ero molto appassionato. Però crescendo cambiarono anche i miei gusti musicali ed un compagno di classe ricordo mi regalò il cd “Issues” dei Korn. Rimasi folgorato dalle chitarre elettriche distorte e mi resi subito conto che il pianoforte non era proprio lo strumento adatto per suonare quel genere che tanto mi piaceva. Il passo fu breve e per Natale mi feci regalare la mia prima chitarra acustica!

RDN: Quali sono gli artisti che maggiormente sono fonte di ispirazione per te?

GMB: Negli anni ho sempre cercato di non fermarmi all’ascolto di un solo genere musicale, anche se il rock è stato ed è ancora oggi una grande passione e parte fondamentale della mia formazione. Adoro i grandi maestri della chitarra elettrica come Steve Vai, Steve Lukather, Guthrie Govan e tantissimi altri anche se ormai da tanti anni mi sono appassionato ad artisti che inseriscono le chitarre in contesti anche più pop. Una mia grande fonte di ispirazione è John Mayer; chitarrista sopraffino e cantautore di livello!

RDN: Tra il 2008 e il 2011 prendi lezioni da due grandi maestri Donato Begotti e Michele Quaini, cosa ti hanno insegnato e che ricordo hai di loro?

GMB: Sicuramente Donato e Michele mi hanno insegnato tanto tra tecnica dello strumento teoria, armonia e improvvisazione. Credo però che l’insegnamento più grande che mi abbiano trasmesso sia legato all’attitudine del musicista professionista, la cura dei dettagli, dal suono alla preparazione fino ad arrivare all’atteggiamento sul palco.

VINILE 45

RDN: Successivamente frequenti e ti diplomi al CPM di Franco Mussida all’indirizzo Contemporary Guitar, come mai hai scelto proprio questo indirizzo?

GMB: È stato un passaggio abbastanza “obbligato” poiché dopo qualche anno di lezioni private con Michele Quaini fu proprio lui, credendo nelle mie qualità, a consigliarmi un percorso formativo che potesse aiutarmi ad inserirmi in un contesto lavorativo professionale, consigliandomi l’accademia. Devo molto a lui! L’indirizzo riguardava (ai tempi) più una scelta di stile chitarristico; diciamo che la scelta era più tra un indirizzo “jazz” o, dall’altra parte, più legato al chitarrista moderno che deve sapersela cavare in vari contesti dal pop al rock, funky e via dicendo.

RDN: Parlando del CPM che ricordo conservi di quel periodo e dei tuoi insegnanti?

GMB: Del CPM conservo un bellissimo ricordo! Fui seguito da diversi insegnati; dal lato dello strumento continuai a studiare e mi diplomai sempre con Michele Quaini, una sicurezza! Tra tutti i fantastici insegnanti delle diverse discipline ci tengo a citare il maestro Fabio Nuzzolese, pianista incredibile, con il quale feci il corso di Musica d’Insieme. Fu veramente un corso fantastico dove Fabio mi tenne un pochino sotto la sua ala protettrice e mi fece fare un balzo in avanti notevole per quanto riguarda il suonare musica assieme ad altri e non per sé stessi, su basi musicali o da solista.

RDN: Partecipi anche a diverse clinic di chitarristi che sono veri assi dello strumento come Stef Burns, Steve Lukather, Guthrie Govan e Greg Howe raccontaci queste esperienze e quale di questi artisti conservi più nel cuore?

GMB: Quando ero studente ho partecipato a tantissime clinic e masterclass di grandi artisti di fama mondiale, sono tutte state molto interessanti ma con certezza posso dirti che la più bella fu quella di Steve Lukather. Fu una clinic molto intima, con pochi partecipanti, dove tra un aneddoto e l’altro Steve suonò e cantò tantissimi brani del suo repertorio. Ho un bel ricordo perché sul finale Steve si rese disponibile a stare un’oretta con i partecipanti a parlare amabilmente. Gli feci mille “ovvi” complimenti e dopo due battute mi prese in simpatia. Mi ricordo che prima di andarmene mi richiamò e mi regalò due suoi plettri! Li conservo ancora come delle reliquie!

RDN: Quando hai formato la tua prima band e soprattutto che ricordo conservi di essa?

GMB: La mia prima band la formai a 16 anni, eravamo veramente alle prime armi ma già io dedicavo tante ore, da autodidatta, allo studio dello strumento. Mi ricordo che essendo quello più “formato” rispetto agli altri facevo un pochino da direttore alle prove e spesso mi ritrovavo a dire ai miei compagni quali fossero le loro parti da suonare!  Ricordo con grande tenerezza il primo live con loro (il primo anche per me) che, seppure tra mille errori ed imprecisioni, mi cambiò letteralmente la vita!

RDN: La tua prima esperienza in studio di registrazione avviene nel 2008 con la band “Tracce” dove registri un EP dal titolo “Vertigine” parlaci di questo progetto…

GMB: Si hai detto bene, fu la prima esperienza in studio, prima ancora del mio ingresso in CPM. Allora studiavo privatamente con Michele (Quaini) e la prima session in studio mi piacque moltissimo. Registrammo un EP di 6 brani che poi pubblicammo con una piccola etichetta; le canzoni erano tutti inediti in italiano e la band aveva molto potenziale, un misto tra Grignani, Negrita e Vasco. Negli anni gli altri componenti abbandonarono il progetto per seguire la loro strada lavorativa ma ne conservo un bellissimo ricordo.

JAMMA

RDN: Nel 2012 con la band Alcova registri le chitarre del loro secondo album che prende il nome “Il Sole Nudo” e giri anche due video clip parlaci di questa esperienza…

GMB: Furono due anni fantastici dove feci il mio primo provino serio. La band aveva un groove pazzesco, anche grazie al batterista di allora, Folker Beukers, che vantava diversi tour mondiali con artisti come Adam Bomb e i Mean Man, la band di Chris Holmes, storico chitarrista dei W.A.S.P. Imparai molto in quei due anni e anche la registrazione del disco fu la mia prima da professionista in un super studio (Elfo Studio di Piacenza). Dedicammo due giorni per le chitarre e venne fuori un gran disco del quale sono molto orgoglioso.

RDN: Tra il 2013 e il 2014 hai realizzato altre incisioni di inediti una con Bruce Sudano e l’altra con il cantautore Saffelli, due generi musicali differenti tra loro parlaci di queste esperienze…

GMB: Con Saffelli, giovane cantautore italiano, registrai un EP di 5 brani. Fu un’esperienza molto bella poiché fui affiancato dal suo producer di allora, Daniele Lanzara (che fu anche fonico di Elio e le Storie Tese), e cercai di soddisfare tutte le richieste del caso; era molto esigente! Registrammo agli HUKAPAN Studios, studio storico degli “Elio e le Storie Tese” e venne fuori un ottimo lavoro, anche grazie ad una metodica ricerca del suono, soprattutto delle chitarre. Con Bruce Sudano invece fu un fulmine a ciel sereno: mi chiamò uno studio con il quale collaboravo spesso ai tempi, i B Studios, e mi disse che Bruce (per chi non lo sapesse è stato il marito della compianta Donna Summer nonché suo produttore) cercava una band per registrare il provino di un suo inedito. Bruce era arrivato da Los Angeles per passare un mese di vacanze in Italia senza però fermare la sua creatività. Accettai ovviamente subito e mi fiondai in studio senza aver minimamente idea di quale fosse il lavoro da svolgere. Feci tre giorni di registrazioni a fianco di un big mondiale (che aveva inoltre anche collaborato con Micheal Jackson, Giorgio Moroder e mille altri!) ed imparai di più in quelle 72 ore che in tanti anni precedenti di studio!

RDN: Nel tuo curriculum hai anche esperienze con nomi importanti come gli Zero Assoluto, Simone Tomassini e Platinette, parlaci di queste esperienze e se ti va un tuo ricordo personale su questi artisti…

GMB: Ho avuto la fortuna di collaborare con nomi importanti ed affiancare artisti che hanno un gran seguito. Ho un ricordo bello di tutte queste esperienze.

Con gli Zero Assoluto feci una televisiva a Canale 5 e mi ricordo che i ragazzi erano simpaticissimi e abbiamo riso per ore assieme nei camerini!

Con Simone ho avuto il piacere di fare un tour estivo bellissimo, con musicisti fantastici (Andrea Ge, Luca Mazzoni, Daniele Sala). Simone è in assoluto uno dei migliori cantanti con cui abbia avuto l’onore di collaborare, non sbaglia mai una nota ed è un grande professionista oltre che una persona stupenda. Abbiamo fatto date con le piazze piene di persone ed è stato davvero incredibile. Tra tutte mi ricordo una serata in Calabria dove a metà concerto arriva sul palco Paolo Meneguzzi (amico storico di Simone) insieme al suo tastierista (Renato Droghetti) per una comparsata improvvisa. Ovviamente il pubblico ha gradito molto e abbiamo suonato due suoi singoli (senza averli preparati prima) ed è stato divertentissimo! Solo Simone riusciva a trasformare una piazza piena in un concerto intimo da club!

Con Platinette feci tante serate bellissime assieme ai 7S8, che erano la cover band in cui militavo allora e che accompagnava l’artista nelle sue serate. Anche qui ho un ricordo speciale: suonammo ad uno dei Capodanni più belli d’ Italia, quello di Riccione.

La piazza era piena e suonammo a meno due gradi di temperatura, all’aperto ovviamente. Per noi chitarristi suonare al freddo è sempre una tragedia per le nostre povere mani ma Platinette ha scaldato la piazza nel giro di due brani e di conseguenza anche noi siamo andati alla grande!

PLATINETTE

RDN: Come tanti tuoi colleghi hai all’attivo diverse esperienze con cover e tribute band parlaci di queste esperienze a quale sei più legato?

GMB: Ho suonato e continuo a suonare con le cover band che, come per tanti colleghi, sono una casa sicura ed una buona fonte di guadagno oltre che di divertimento. All’attivo credo di aver suonato/sostituito colleghi per circa una quindicina di cover band professioniste italiane, un record! I miei ricordi più belli sono però quelli legati ai Vinile 45, una famosissima e bravissima cover band che proponeva come show un tributo alla Black Music. Abbiamo fatto con loro, oltre che locali e feste della birra e in piazza anche tantissime date all’estero molto belle. Su tutte il MOTO GP d’Austria, e il capodanno a Prato della Valle a Padova; il palco di quest’ultimo fu un momento bellissimo della mia carriera poiché avevamo davanti più di 80000 persone, un vero colpo al cuore! Ah dimenticavo, mi si è pure rotta una corda durante un solo!

RDN: Oltre al palcoscenico ti sei dedicato all’attività didattica, infatti, hai una attività molto intensa nell’hinterland milanese, cosa ti ha spinto verso questa scelta e soprattutto ti capita che siano i tuoi alunni ad insegnarti qualcosa?

GMB: Amo insegnare! Ho avuto la fortuna di iniziare quando ancora stavo studiando ed ora ho tantissimi allievi, di tutte le età, che mi seguono e sono molto fiero di questo. Ho sempre amato studiare lo strumento e mi sono sempre dedicato con attenzione all’attività didattica ancora quando ero solo uno studente. Ho appreso molto dai miei insegnanti e cerco di passare ai miei allievi quello che loro hanno trasmesso a me. Con i più piccoli, giovani chitarristi di 9/10 anni, imparo ancora di più, spesso, che con gli adulti. Mi fanno sempre capire che, col passare degli anni, spesso siamo costretti dentro delle sovrastrutture mentali che ci limitano nella creatività e nella vita in generale. Loro prendono tutto molto più alla leggera e talvolta raggiungono risultati sorprendenti! Dovremmo tutti imparare da loro!

RDN: Puoi darci tre consigli che per te sono basilari per chi vuole imparare a suonare uno strumento?

GMB: Sicuramente un primo consiglio è quello di essere perseveranti. Non bisogna fermarsi alle prime difficoltà ma andare avanti sapendo che, con l’impegno costante, prima o poi i risultati arrivano.

In secundis direi la capacità di non ascoltare troppo i commenti altrui. Sia chiaro, le critiche costruttive o i complimenti, dall’altra parte, sono necessari per la crescita di ognuno. Ritengo però fondamentale che prima di tutto suonare debba essere una necessità personale, un richiamo dell’anima; non esiste un giusto o sbagliato, ma esiste solo fare e provare e soprattutto suonare!

Per ultimo direi gli ascolti. Ho tanti allievi, soprattutto i più piccoli, che pur suonando ed amando lo strumento dedicano poco tempo ad ascoltare musica e, quando lo fanno, spesso sono limitati ad un genere musicale e non accettano di ascoltare qualcosa che sia fuori dalla loro “comfort zone”. Questo è l’errore più grande!

Tutti i più grandi musicisti della storia, non a caso, hanno ricevuto le influenze musicali più disparate ed è proprio da lì che si cresce come musicisti! Ascoltare tanto e ascoltare tutto, anche quello che a primo ascolto può non sembrare affine ai nostri gusti.

MENEGUZZI

RDN: So anche che ricopri il ruolo di Endorser per vari marchi ti va di illustrarcene?

GMB: Sì, negli anni ho avuto la fortuna di avere qualche marchio che ha creduto in me e ha voluto aiutarmi in questo percorso. Essere Endorser nel 2021 è sicuramente molto diverso rispetto a 15/20 anni fa, dove il potere d’acquisto era maggiore e i marchi avevano anche più disponibilità a sponsorizzare i musicisti che selezionavano. Ad oggi sono Endorser per LQ Guitars, RTF Custom Cases, DOGAL Strings, JH Audio. Sono tutti marchi stupendi che fanno prodotti pazzeschi. LQ Guitars è Luca Quiriconi, un liutaio fantastico ed un grande amico. A breve mi consegnerà la mia chitarra signature e non vedo l’ora, sarà uno strumento bellissimo ed elegantissimo soprattutto! Ci tengo a ringraziarlo anche per tutti gli anni che mi supporta e sopporta, risolvendo sempre tutti i miei problemi e dandomi sempre grandi consigli! Un amico vero! RTF invece è Pierluigi Monti, un costruttore di flight case bellissimi e super resistenti che ha creduto in me sin da subito. È una persona gentilissima e disponibilissima, e ha costruito i case, oltre che per me, per i più grandi chitarristi italiani e sono onorato di essere in “scuderia” con lui. Abitiamo molto lontani e non abbiamo molte occasioni per vederci ma so che c’è sempre per me! Lo stesso discorso vale per i ragazzi di DOGAL Strings, i costruttori delle corde che danno voce ai miei strumenti! Con JH Audio, leader mondiale per gli In Ear Monitor, con sede a Orlando, è un rapporto meno “fisico” per ovvie ragioni. Sono contento però che, dopo esserci sentiti, abbiano vagliato la mia proposta e abbiano accettato, seppur sia uno tra i nomi minori, ad accordarmi un artist price sui loro prodotti. Per me è stato un grande successo poiché i loro Endorser ufficiali sono nomi quali Metallica, Guns N’ Roses, U2 e molti altri. Insomma tutti mostri sacri!

RDN: Domanda che facciamo praticamente a tutti gli artisti, come vedi il panorama musicale attuale?

GMB: Siamo ormai in un mondo di “fast consumer” e piattaforme quali Spotify ed Apple Music ne sono la conferma. La musica viaggia veloce e i consumatori di essa saltano al brano successivo della classifica di turno entro 30 secondi. Questo la dice lunga anche sulle produzioni musicali che, ovviamente, devono seguire delle logiche di mercato ed accontentare gli ascoltatori. Sto vedendo però un gradito ritorno: le chitarre elettriche nelle produzioni mondiali e nostrane. I Maneskin hanno appena vinto l’Eurovision con un brano rock che, pur non essendo una ricetta troppo innovativa, è molto bello e mi fa ben sperare. Ultimamente sto molto attendo anche alle produzioni di oltre oceano e ci sono artisti che mi piacciono molto come ad esempio Machine Gun Kelly, che nell’ultimo disco si è unito a Travis Barker (storico batterista dei Blink 182) e ha dato vita ad un album punk rock di livello, suonato e prodotto da paura. Mi piace molto la contaminazione musicale e credo sia questo il vero futuro se si vuole dar vita a qualcosa di innovativo.

SIMONE

RDN: Collegandoci alla domanda precedente e considerando la pandemia in corso e di conseguenza lo stop del tuo settore lavorativo, quali sono i tuoi pensieri guardando al futuro?

GMB: La pandemia ha dato sicuramente una bella “botta” al mondo dello spettacolo, fermando un settore che già, ahimè, era in declino da prima. Io personalmente ho appreso con enorme dispiacere di alcuni colleghi che si sono ritrovati costretti a cercarsi un lavoro più “canonico” e sicuro per potersi mantenere ed andare avanti. Mi ritengo fortunato di non essere arrivato a tanto e, pur avendo subito una grave perdita economica a causa dello stop della mia attività dal vivo, per contrappasso ho invece avuto un incremento della mia attività di insegnante, che mi ha permesso di passare quasi “indenne” questo tragico anno e mezzo. Essendo io un inguaribile “sognatore” nutro grandi speranze per il futuro. Dopo un mondo che ci ha costretto a limitare le nostre libertà personali, i nostri affetti e i nostri lavori, credo che tutti abbiamo una grande voglia di riscatto. Senza entrare in questioni politiche che non mi competono sono però certo che, per quanto riguarda la mia attività, ora anche un semplice concerto minore in un piccolo locale verrà vissuto diversamente dal pubblico che magari si ricorderà che l’intrattenimento e soprattutto la musica è vita, è necessaria al nostro benessere psicofisico e non è per nulla una cosa scontata. Spero anche in una forte sensibilizzazione nei riguardi dei lavoratori dello spettacolo, un esercito di professionisti che hanno votato la loro vita al divertimento degli altri e per questo dovrebbero essere presi molto sul serio, più di quanto sia stato fatto finora.

RDN: In base alla tua esperienza, cosa ne pensi dei giovani ragazzi che si approcciano alla musica? Potresti dare loro qualche consiglio utile per poter fare il musicista di professione?

GMB: Questa domanda mi sta molto a cuore e ti ringrazio. Nella mia esperienza, ancora molto in divenire avendo io 35 anni, ho imparato una grande cosa: la professionalità è una questione di attitudine e deve essere vista a 360 gradi. Mi spiego meglio. Il professionista, per me, non è solo colui che si guadagna da vivere con la musica; bisogna essere puntuali, precisi, organizzati e ordinati, educati, affidabili. Se ci pensi tutte queste qualità non includono il saper suonare bene il proprio strumento (che è ovviamente necessario) ma includono un atteggiamento da avere nei confronti degli artisti coi quali si collabora, con i compagni di band, con i gestori dei locali, coi tecnici, fonici e quant’altro. Il mio consiglio è proprio questo: essere professionisti nella testa prima ancora che sulla carta d’identità.

RDN: Per concludere hai nuovi progetti personali in cantiere che puoi anticipare senza rovinare il gusto della sorpresa?

GMB: Certamente! Negli ultimi mesi ho lavorato ad un mio progetto personale, una cover band dove ho potuto curare io tutta la produzione musicale e gli arrangiamenti dei brani/medley. Collaboro con altri tre grandi musicisti (Manuel Novarini alla voce, Mattia Missaglia al basso e David Casaril alla batteria) e abbiamo dato vita ai BLOW, un progetto dove proponiamo le più belle hit pop dei più grandi artisti maschili mondiali dagli anni ’90 fino ad oggi. Da poco abbiamo girato il nostro videoclip ufficiale e a breve pubblicheremo le prime date. Sono entusiasta doppiamente poiché è nato un nuovo bel progetto e potrò portarlo sui palchi dopo un anno di assenza! Non vedo l’ora!

RDN: Grazie Gian Marco, per la tua disponibilità e ti aspettiamo quando avrai nuove cose da proporci.

GMB: Grazie a te per questa intervista e colgo l’occasione per salutare tutti i lettori di Almax Magazine! Vi aspetto tutti sotto al palco nei prossimi mesi!

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Bene come avete potuto notare dalla nostra chiacchierata il sacrificio e lo studio unite alla passione oltre al talento, sono necessari per ottenere ottimi risultati. Altra cosa fondamentale, è quella di non ritenersi mai arrivati perché nel lavoro, nella musica non si smette mai di imparare e c’è sempre un nuovo obiettivo da raggiungere.

Non mi resta che invitarvi ad andare a visitare i suoi canali social ovvero:

 Per concludere, come anticipato in apertura sono molto emozionata per aver ospitato Gian Marco!

Ricordo ancora la prima volta che ci siamo conosciuti e l’ho sentito suonare proprio sul palco di Simone Tomassini. Rimasi folgorata! Erano anni che non restavo a bocca aperta nel sentire suonare un chitarrista che non conoscevo. Mi colpì il suono pieno e pulito della chitarra tanto che esclamai alle persone che erano con me “Ammazza se suona questo, fa paura!”

Da lì è nata una bellissima amicizia e ogni volta che ci vediamo anche con la sua compagna Jessica Dal Mas (tra l’altro bravissima ballerina e una delle protagoniste del video ufficiale dei BLOW) è sempre molto stimolante e divertente. Voglio talmente bene a questi ragazzi che penso sia inutile provare ad essere neutrale.

Detto questo spero che i consigli che trovate in questa intervista possano tornare utili in qualche modo a tutti coloro che la leggeranno.

Mi resta solo di invitarvi ad ascoltarlo in uno dei suoi live che avrà questa estate con le sue band per rendervi conto da soli che ho ragione quando dico e che è un grandissimo talento.

Vi lascio con i canali social della band BLOW così potete sbirciare e farmi meglio un’idea del progetto e perché no, magari lasciare un bel like:

Con questo vi saluto e alla prossima!

Grazie da Almax Magazine per la cortesia e disponibilità. Con affetto e stima!