GIUGNO 2020 INTERVISTA A " RITA GUARDASCIONE " A CURA DI ROSALINDA DI NOIA

Testo di Rosalinda Di Noia

Ben trovati amici di Almax Magazine, da Rosalinda Di Noia!

Come avrete notato nella mia rubrica spesso vi propongo interviste a scrittori e quando è possibile cerco sempre di proporvi delle donne perché a mio modo di vedere hanno una marcia in più che le contraddistingue.

Questo mese, come ospite della mia rubrica, abbiamo Rita Guardascione, che ci porta nel suo mondo di arte sia di letteratura che di teatro con uno sguardo più approfondito al suo ultimo lavoro “Donna Con Due Ombre”.

Ma andiamo ad approfondire la sua conoscenza, con questa bella chiacchierata che ho fatto proprio con lei.

RDN: Ciao Rita, grazie di essere qui con noi e benvenuta!

RG: Ciao Rosalinda e grazie a voi!

RDN: Come è nata la passione per la scrittura?

RG: La scrittura è stata per me lo strumento preferito per alleggerire il carico di emozioni e fantasia, nonché il mezzo per elaborare le inclinazioni e le passioni che mi accendevano in determinati momenti della mia vita. L’ho vissuta intensamente e per lungo tempo come una espressione privata perché non sentivo il bisogno di condividerla.  Questo mi ha sicuramente impedito di focalizzare lo studio e indirizzarla verso un genere narrativo, infatti, Donna con due Ombre, è il mio primo romanzo ed è stato la forma di scrittura che mi ha impegnato di più.  Mentre, negli anni precedenti, ho spaziato dalla scrittura per l’infanzia alla produzione di monologhi, alcuni dei quali rappresentati in teatro e rassegne. Di tanto in tanto qualche racconto.

RDN: Quali sono gli scrittori o autori da cui prendi spunto?

RG: Da tutti quelli che ho letto e da nessuno. Nonostante da giovanissima, divorando Eva luna poi non mi sono più persa un romanzo della Allende, oppure abbia letto tutto di Patricia Cornwell, così come conosco molti classici russi, o ciascuna poesia e citazione di Silvia Plath, posso dire che nessun autore, approfondito o meno, è stato razionalmente o volutamente mio ispiratore. Le posso dire invece quale autore ha solleticato il gusto della lettura, questo sì. Fuori dal vincolo delle letture scolastiche e lontane dalle anacronistiche Piccole donne e Jane Eyre che mi regalavano da bambina, a quattordici anni lessi “Un Uomo”.  Lo amai e amai intensamente Oriana Fallaci, mi regalò la sensazione di avermi aperta al mondo.

RDN: Inizialmente il tuo lavoro era l’insegnante di scuola elementare quanto ha influito questa esperienza lavorativa nel tuo modo di scrivere?

RG: Stare dietro una cattedra insegnando e disciplinando non era proprio il mio ideale. Incontrare quotidianamente una platea variegata mi stimolava, ma era molto impegnativo perché, come tutte le insegnanti ero concentrata a dare. Solo quando ho deciso di mollare supplenze e concorsi mi sono resa conto che trascorrere del tempo accanto ai bambini mi aveva avvicinata al loro linguaggio e stimolato la curiosità di vedere con i loro occhi, di base c’era già una discreta fantasia che ho canalizzato in modo molto spontaneo.

Rita Guardascione 4

RDN: Un tuo grande amore è il teatro, infatti, negli anni novanta hai fatto parte della rappresentazione teatrale “Una Condizione Assolutamente Privata” parlaci di questa esperienza…                             

RG: Mi ritrovai a frequentare un seminario teatrale dove l’obiettivo principale ero lo studio del teatro quindi lettura e analisi dei testi, storia del teatro, tecniche di canto, lezioni di scenografia, il tutto tenuto da insegnanti autorevoli, come il maestro della nuova drammaturgia Enzo Moscato, Giuseppe Rocca docente dell’accademia arte drammatica di Roma, la cantante attrice Enza di Blasio e altri. Entrai per curiosità e ne uscii con una verve incredibile, un’avidità che mi spingeva ad assistere quasi settimanalmente alle rappresentazioni dei teatri partenopei, e non solo. Negli anni novanta i teatri erano spazi ancora molto frequentati, la televisione stancava e si sentiva il bisogno di assistere a spettacoli dal vivo per ascoltare le voci, guardare i movimenti, annusare l’aria sempre un po’ stantia di questi luoghi. Ma erano anche punti di incontro, di vivacità, opportunità per conoscere l’attore o l’attrice che ti aveva emozionato. Il virtuale ancora non c’era. Da questa esperienza e dalla lettura di alcuni romanzi di Petacco e, Cara Eleonora, della Macciocchi nacque ”Una condizione assolutamente privata”.

RDN: Nel 2005 pubblichi la filastrocca “La Pasticceria Universale” come nasce e soprattutto cosa ti ha ispirato a scriverla?

RG: La Pasticceria Universale è una filastrocca che arrivò finalista al premio: La casa della fantasia, concorso di letteratura per l’infanzia. In quel periodo dedicavo molto tempo a mia nipote che non si stancava mai di ascoltare favole e storie di ogni genere. Un giorno, credo che avesse quattro anni, non sapendo più cosa leggerle mi inventai il quartiere di Leccornia e zia Enrica la pasticciera che soddisfaceva i gusti di tutti i bambini, così lei imparò la Kasutera di Keiko, la frutta fritta di Chiang, l’hembasha di Amin…

RDN: Nel 2006 pubblichi un racconto, “L’Assenza”, che ti permette di vincere il concorso internazionale “Una poesia per l’Alzheimer” parlaci di questo racconto e di come è nata la partecipazione al concorso…

RG: Quando lessi la mail che pubblicizzava questo concorso fui presa da uno slancio di tenerezza. Immediatamente aprii un file e iniziai a narrare gesti, stati d’animo e situazioni che conoscevo. L’Alzheimer infatti, mi era già noto, perché una mia vicina, a me molto cara, ne soffriva. Proprio nelle ore in cui d’impulso scrivevo di lei, lei si accingeva a concludere il suo cammino.  Sono molto legata a questo racconto, è stato una testimonianza della sofferenza nella sua evoluzione lenta, drammatica, che ha modificato e dominato la vita di Filomena e di chi le viveva accanto, legandole l’una all’altra per amore e per necessità.  

RDN: Nel 2017 esci con il tuo ultimo lavoro “Donna Con Due Ombre” e anche questa volta cambi completamente genere parlaci di questo nuovo libro…

RG: Come ho detto spesso questo libro nasce dal desiderio di mettermi alla prova con una narrazione più complessa rispetto alla costruzione di un racconto o di una favola. Volevo modellare un’idea e soprattutto dare vita e anima a un personaggio che, a tratti, uscisse fuori dall’ordinario. Il romanzo narra di Micol, una psicoterapeuta di trentacinque anni che vive a Napoli. All’età di tre anni viene adottata e cresce a Posillipo con due genitori che lei adora. Le sue radici non le vengono mai nascoste ma lei non ha mai nutrito il desiderio di approfondire, di conoscere i particolari della sua famiglia di origine, purtroppo a diciott’anni si imbatte casualmente in Alain suo zio naturale. Da questo incontro, e da tutte le motivazioni che hanno portano ad esso, Micol sceglie di vestire un ruolo. In pratica viene assoldata da Alain che, come spesso accade per personaggi malavitosi nei loro deliri di onnipotenza le concede il ruolo di Killer solo per soddisfare una personale abietta sfida. Purtroppo quello che doveva essere un mandato temporaneo si trasforma in ricatto. Intanto per diciassette anni Micol gestisce entrambi i ruoli razionalmente fino a quando un evento tragico si palesa e lei mette fine alla soggiogazione.

RDN: Come è caduta la scelta di realizzare un Thriller con protagonista proprio una donna? 

RG: La protagonista è una donna non perché io sono una donna e quindi potevo esternare concetti intimi conosciuti o narrare meglio un animo femminile, no. Desideravo elaborare una condizione forte e contraddittoria perché condizionata dalle sue debolezze, rappresentarla attraverso una professione che io ritengo tra le più affascinanti e farle vestire un ruolo che generalmente è maschile. Volevo, fondamentalmente, che a dire certe cose fosse una donna, anche se quando ho iniziato a scrivere non era delineato il suo percorso; infatti non avevo bene in mente la trama, ma solo dei punti fermi, si sarebbe chiamata Micol, avrebbe avuto capelli lunghi ramati e un tormento celato. 

RDN: Se dovessi usare tre aggettivi per descrivere il libro quali useresti?

RG: Tre sono troppo pochi. Tenterei di scegliere tra quelli più elevati con il rischio di sfociare in una pura autocelebrazione. Lasciamolo descrivere ai lettori. Se me lo permette userei i tre aggettivi con i quali ho già descritto Micol: leale, caparbia, tormentata.

RDN: Per chi volesse acquistare il libro dove può trovarlo?

RG: Lo possono trovare in qualsiasi libreria, sul sito della casa editrice Homo Scrivens o su Amazon.

copertina

RDN: Benissimo Rita! Grazie ancora per la tua gentilissima disponibilità è stato un vero piacere parlare con te.

RG: Io ti ringrazio di cuore, per l’invito! A presto!

Come avete potuto notare passione e determinazione sono un punto fondamentale per realizzare qualcosa in cui crediamo sia nella vita di tutti giorni che nell’arte, perché non c’è cosa più stimolante di buttarsi in un’avventura purchè dettata dal cuore quando si ha voglia di scrivere e dare sfogo alla propria creatività.

Con questo vi saluto e alla prossima!

Grazie da Almax Magazine per la cortesia e disponibilità. Con affetto e stima!