GENNAIO 2022: INTERVISTA A TOTO' CASCIO, IL BAMBINO PRODIGIO DI NUOVO CINEMA PARADISO, ORA 42 ENNE E CON UNA MALATTIA INVALIDANTE AGLI OCCHI CHE NON E' RIUSCITA A TOGLIERGLI LA VOGLIA DI CONTINUARE IL SUO PERCORSO ARTISTICO.

Ciao Almax Friends, abbiamo l'immenso onore di portare in intervista Totò Cascio, ora 42 enne e con tante cose ancora da raccontare.

Salvatore Cascio (Palazzo Adriano, 1979), per il suo ruolo in Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, ha vinto il British Academy of Film and Television Arts, il più giovane di sempre a ricevere il prestigioso premio. Negli anni successivi partecipa a Diceria dell’untore di Beppe Cino, C’era un castello con 40 cani di Duccio Tessari, Stanno tutti bene ancora di Tornatore, Jackpot di Mario Orfini e Festival di Pupi Avati nel 1996. Incide un 45 giri con Fabrizio Frizzi dal titolo L’orso. La sua ultima apparizione risale al 1999 con Il morso del serpente di Luigi Parisi. Poi, dopo un’assenza di 16 anni, nel 2014 è tra gli interpreti di Protagonisti per sempre di Mimmo Verdesca, premiato al Giffoni Film Festival come miglior documentario, in cui, per la prima volta, racconta le esperienze e le scelte che hanno caratterizzato la sua carriera e la sua vita di attore bambino.

Il Suo nome è legato al film di Tornatore, Nuovo Cinema Paradiso, cosa ricorda di quell’ esperienza, che immagino un bambino di quella età veda come “un gioco”?

Sì il mio nome è legato al film "Nuovo Cinema Paradiso", film che porto nel cuore con orgoglio e felicità.

Quanto è rimasto in Lei di “quel” bambino?

Di quel bambino porto con me la spontaneità e la gioia di vivere.

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Ad un certo punto come Lei ha raccontato ultimamente ha dovuto rinunciare al mondo del cinema per via di una malattia che ha colpito i Suoi occhi. Quando capitano queste cose l’uomo si trova sempre ad un bivio e sta in lui trovare la forza di reagire o di farsi soccombere da questi “eventi”. La vita alcune volte è un mare in tempesta e il misero uomo è solo un naufrago in balia delle onde e, può o trovare una “zattera” per salvarsi o morire annegato. Dove ha trovato “questa forza”?

Sì ho dovuto abbandonare il mondo del cinema a causa della retinite pigmentosa, malattia invalidante agli occhi. La forza l’ho trovata nel buon Dio e nella preghiera. Ho tanta fede e il buon Dio mi ha sempre aiutato. Io voglio mandare un messaggio a tutti dicendo che chiedere aiuto non è debolezza, tutt’altro! E' un atto di vero coraggio.

Quando ha scoperto questa malattia?

Ho scoperto la retinite pigmentosa all’età di 12 anni.

Immagino che la retinite pigmentosa abbia “cambiato” anche l’uomo, la Sua visione di vita, il Suo modo di “interagire” con essa… Diamo troppo spesso le cose per scontate e non “assaporiamo” appieno la Vita con tutte le sue sfumature… Ne “il Piccolo Principe” troviamo questa frase “Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi!”: ecco forse alcune volte dovremmo davvero smettere di “guardare” il mondo solo attraverso gli occhi ma osservarlo col cuore!

Quando accetti e accogli la prova, la disabilità cambia tutto il senso della vita e la prospettiva, così la prova si trasforma in amore e forza.

Il mondo del cinema L’ha aiutata o si è sentito “abbandonato” da esso?

Il mondo del cinema e dello spettacolo non mi ha mai abbandonato, anzi mi arrivavano sempre proposte ma io mi nascondevo perché avevo paura della mia retinite pigmentosa. Adesso ho ripreso in mano la mia vita e valuto proposte e progetti senza farmi più condizionare dalla retinite pigmentosa che ho imparato a considerare come un mio valore aggiunto.

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Cosa può raccontarci del cortometraggio “A Occhi Aperti”, realizzato da Movimento Filmcon Rai Cinema per Fondazione Telethon?

Il cortometraggio girato per fondazione Telethon e Rai cinema si chiama "A occhi aperti"  e sono convinto che questo cortometraggio sia stato il mio ritorno sulle scene. Sono davvero orgoglioso di questo lavoro, non immaginavo questo successo della critica e del pubblico.

Dove si può vedere questo corto?

Il cortometraggio si può vedere sulla piattaforma Rai play.

Cosa vuole dire alle persone che come Lei soffrono di questa terribile malattia?

Io voglio mandare un messaggio a tutti coloro che in questo momento vivono la prova… la disabilità… la salita… Con tutto il cuore auguro di non mollare… di chiedere aiuto… E in primis di affidarsi al buon Dio.

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Chi è adesso Totò Cascio ?

Oggi io sono un uomo che ha ripreso in mano la propria vita con entusiasmo, con tanti sogni e progetti con tanta voglia di fare e di raccontare!

Cosa può raccontarci del libro che sta scrivendo? È autobiografico? Quando uscirà?

Il libro è autobiografico e si chiama: "La Gloria e la prova" ed uscirà i primi di Marzo. La casa editrice è la Baldini + Castoldi. La prefazione è stata fatta dal regista di "Nuovo Cinema Paradiso" Giuseppe Tornatore e la post fazione è stata fatta da Andrea Bocelli.

Io La ringrazio a nome mio e a nome della redazione di Almax per la disponibilità.

Grazie a voi e alla redazione per questa intervista.

Intervista a cura di Elisa Pellegrino, Rossella Biasion e Alessia Marani.

LA GLORIA E LA PROVA

"È una storia straordinaria quella raccontata da Totò Cascio nel libro “La gloria e la prova”, in uscita il 17 febbraio. È straordinaria, perché non è un romanzo, ma è la vera storia di Totò, colui che all’epoca fu definito un bimbo prodigio, dopo aver recitato da protagonista, nel film premio Oscar “Nuovo Cinema Paradiso”, diretto da Giuseppe Tornatore. È una storia commovente, che racconta il dramma di scoprire a 12 anni una malattia inaspettata: la retinite pigmentosa, che ha portato l’attore, interprete anche di altri film, a perdere quasi totalmente la vista. Poi, piano piano la rinascita, la ritrovata fiducia e il ritorno sulle scene. “La gloria e la prova” è un libro che commuove, ma che da’ anche tanta forza. Ed è proprio Giuseppe Tornatore a scrivere la prefazione, mentre la postfazione porta la firma di Andrea Bocelli. Grazie". Totò.

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Intervista a cura di Elisa Pellegrino, Rossella Biasion e Alessia Marani.