OTTOBRE 2020 INTERVISTA A "MATTIA CAROLI & I FIORI DEL MALE." A CURA DI ELISA PELLEGRINO

Ciao dalla vostra Ely di Almax. Questo mese “ospiti” della mia rubrica Asile’s World, Mattia Caroli & I Fiori del Male.

La band è in attività dal 2015 e fin dall’inizio utilizza sonorità vintage per poi sperimentare e spaziare dal blues al jazz, dal folk al rock, grazie all’utilizzo di strumenti a fiato: tromba, sax, clarinetto, fagotto. 

Dal 2017 al 2020 si esibiscono in 300 concerti, suddivisi in quattordici lunghi tour che hanno toccato le maggiori capitali europee da Parigi a Berlino, da Londra a Monaco, dove si esibiscono davanti a cinquemila persone nella piazza principale Marienplatz. Dopo aver suonato quaranta concerti Sofar Sounds sparsi in Europa, sono invitati a partecipare a un tour organizzato da Sofar in Inghilterra, insieme ad altre band locali emergenti. Il 2018 è un anno importante per i successi raggiunti dal videoclip “She Seemed to be Crying”, diretto da Mattia Caroli e Marco Gallo. In anteprima su Rolling Stones Italia il video si aggiudica molti premi internazionali tra cui miglior clip dell’anno all’Ibicine, Festival de Cine en Ibiza.Premios Astarté. Accanto alla crescita artistica aumentano anche i momenti di visibilità sia attraverso canali tradizionali, sia attraverso i social media. Il 4 Maggio 2017 appaiono in tv, ospiti di “Edicola Fiore”, programma diretto da Fiorello in onda su Sky Uno HD e TV8, durante il quale eseguono live il brano Ain’t She the Queen e presentano il primo album Fall from Grace uscito sotto l’etichetta tedesca Timezone Label. Altre occasioni di visibilità risalgono al 2016 quando a novembre esce in anteprima su Rolling Stone Italia il video “Blues Man” e sempre nello stesso mese Concita De Gregorio li intervista per FuoriRoma, il programma di Rai3 in onda ogni lunedì alle 20.10, durante il quale parlano del proprio progetto artistico e suonano il singolo “Saturday Morning”. Inoltre il gruppo viene scelto da Raul Bova come band d'apertura alla partita di beneficenza per Amatrice Nazionale Cantanti-Protezione Civile, condividendo il palco con artisti come: J-Ax, Giusy Ferreri, Il Volo, Moreno MC, Elodie, Sergio Sylvestre, Francesco Gabbani, Ermal Meta e Fabio Rovazzi.

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A Ottobre 2016 l’esperto musicale della RAI John Vignola li sceglie, insieme ad altre nove band del Lazio under 35, per il libro promosso dalla Regione stessa: "Lazio Creativo- Cento storie di creatività-Edizione 2016". Alla consegna del volume il presidente della regione Nicola Zingaretti sottolinea come la band abbia anche ricevuto a Parigi il premio come Best Music-Video of 2015 ai PAMA (Paris Arts and Movie Awards) con “Saturday Morning”. Il primo EP, “Every Giro Day” realizzato nel 2015 ha permesso loro di girare  l’Italia in tour e può essere ascoltato sulle frequenze RAI. Il video realizzato sul singolo “Poet on the Fly” è uscito in esclusiva su Repubblica.it, che specifica: "band Reatina che sta rapidamente conquistando l'attenzione del pubblico rock". 

Il 25 settembre 2020 esce “La mia generazione”, primo singolo in italiano, e dal 2 ottobre il brano è in rotazione radiofonica.

 Adesso vi lascio alla nostra “chiacchierata”: 

Benvenuti sulle pagine di Almax Magazine, quando e come vi siete formati? “Il progetto Mattia Caroli & I Fiori del Male è nato nell’estate del 2015 a seguito dell’uscita del nostro primo EP Every Giro Day. Tutto è partito da un’amicizia ormai decennale e da una passione condivisa: la musica. I brani nascono per mano del nostro chitarrista e cantante Mattia e durante le prove vengono arrangiati con il gruppo al completo. Così è nato anche il nostro primo album Fall From Grace, co-prodotto dallo studio romano LRS Factory e distribuito dall’etichetta tedesca Timezone Records.”

Per quale motivo avete inserito nel nome del gruppo “I Fiori del Male”? È forse un riferimento a Baudelaire e “Les Fleurs du Mal”? “Come si evince dal nome, il gruppo trae ispirazione dai poeti maledetti dell’800 per quanto riguarda i testi. Il concept del nostro lavoro artistico può essere sintetizzato nell’amore per la letteratura e le arti visive che condividiamo: oltre al chiaro riferimento a Charles Baudelaire nel nome stesso del gruppo, il testo di molte canzoni è ispirato o adattato da poesie, come nel caso di La Fuite de la Lune, presente nel primo EP Every Giro Day, originariamente una poesia di Oscar Wilde, o in The song of the highest tower (Arthur Rimbaud) nell’album Fall from Grace.”

Quale “parallelismo” potremmo fare tra la vostra musica e la poesia del francese? “In un certo senso si potrebbe dire che la poesia sia già musica in sé poiché presuppone le caratteristiche del linguaggio vocale, e viceversa. Poesia e musica sono linguaggi universali che agiscono direttamente nell’animo e nei sentimenti dell’uomo. Ma il linguaggio poetico e musicale (fonema e suono) è solo la manifestazione ultima di qualcosa di più profondo, ovvero di quella che potremmo definire “idea” o “archetipo”, e la sua comunicazione serve ad aumentare la consapevolezza di sé. Da qui l’idea della musica come strumento di analisi: l’arte ha sempre avuto come presupposto psicologico una discesa nel mondo del “vero” del “sacro”.”

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Questo vostro ultimo lavoro è in italiano (i precedenti dischi Fall from Grace e Every Giro Day in inglese), perché avete deciso di uscire nella vostra lingua? “È stata una scelta naturale, abbiamo sentito l’esigenza di apportare delle novità stilistiche: una volta deciso il genere su cui orientarci ci siamo affidati all’esperienza di Leo Pari che ci ha guidato verso una forma di elettro pop. Non volevamo fare il classico karaoke all’italiana con la solita voce martellante e abbiamo preferito tenere le voci dentro mantenendo il nostro sound internazionale. Per le sonorità ci siamo ispirati ai Depeche Mode, agli Arcade Fire e ai Baustelle. Volevamo un sound forte per descrivere qualcosa di forte, il folk non ci bastava e grazie a Leo con le influenze di molti artisti che abbiamo incontrato on the road il sound è emerso spontaneamente.”

Il nuovo singolo La mia Generazione, inizia con “la mia generazione, fatta di televisione, io non ricordo amore e poesia…” : sembra quasi un decadentismo moderno… La mia generazione racconta di come televisione e social abbiamo appiattito e distorto sentimenti ed emozioni i quali diventano, appunto, fatti di televisione con la conseguenza che le nuove generazioni dimenticano amore e poesia. Da questa “terra desolata” emerge una Roma vissuta e usurata tra ricordi d’amore e sofferenze: gli sguardi spenti volgono al passato, dove ci si perde in storie di sesso ed amore e nella metropolitana non regna che l’indifferenza. Chi non si arrende, chi non vuole bruciare, sono due amanti che si baciano nel traffico fuggendo dall’individualismo metropolitano."

Il video del singolo è un mix di spezzoni televisivi di politica, attualità, musica e le immagini di Roma (infatti nel singolo voi parlate della città “eterna”), sono immagini che potremmo definire “reali” ma sovrapposte a delle altre immagini “rielaborate” al computer, ecco allora “il reale” vs. “la finzione”. “Il videoclip porta la firma del regista Giacomo Verde, venuto a mancare il 2 Maggio a Lucca, e a lui dedichiamo questo singolo. Seguivamo Giacomo da molto e ci affascinavano le sue ricerche e sperimentazioni sulle possibilità della videoarte e il suo attivismo sociale. Quando eravamo a Berlino in tour ci è piaciuta molto l’immagine di una videoinstallazione: una tv in cui passava un gran quantitativo d’immagini televisive, dagli anni ’60 a oggi. Quest’idea di flusso televisivo ci è sembrata perfetta per La mia generazione. Quando entra il ritornello, invece, c’è una Roma raccontata da sovrapposizioni d’immagini di posti meravigliosi che fanno girare la testa. Per tutti coloro che non lo conoscessero ancora, Giacomo Verde è stato un pioniere della video arte il quale ha esteso il fare artistico ad un’esplorazione insubordinata e irriverente della tecnologia, ad un attivismo sociale, civile e politico."

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La copertina del singolo, La Mia Generazione, sembra una fotografia di un film di fantascienza, in cui  la maggior parte delle persone raffigurate è quasi “ipnotizzata” guardando “la realtà virtuale” con gli occhialini, quasi fossero dei “soldatini” in fila, tutti “uguali”, senza “personalità” e “vita propria”, mentre due ragazzi si tengono per mano, non indossano gli occhiali che farebbero vedere loro il mondo come non è e, osservano la “vera realtà” attraverso un vetro… “Il Rosso” del mondo esterno (che potremmo identificare come la “vera vita”) si contrappone a sua volta “al grigio” del mondo interno (rappresentazione “falsa”)… quasi a voler dire che in questo mondo moderno che ci vorrebbe tutti uguali come degli “automi” si può uscire e che la Vera Realtà è fuori dagli “schemi!” Troppo spesso i giovani si “rifugiano” in una sorta di terra utopistica come internet per “sfuggire” alla vita reale. “Molto bella la tua interpretazione. L’artwork del singolo e del nuovo EP Come non fossi qui, di prossima uscita, è affidato all’illustratrice e graphic designer Sabrina Gabrielli, con la quale abbiamo già collaborato per il nostro primo album Fall from Grace.”

Anche questa rappresentazione mi evoca una poesia di un altro poeta francese, Jacques Prévert, quando nella sua “Les enfants qui s’aiment” dice “…i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno, essi sono altrove ben più lontano della notte, ben più in alto del giorno…”: è come se attraverso questa immagine voi diceste che l’Amore salverà l’uomo… “Il pezzo, ad un’attenta analisi, è un inno alla speranza, all’amore: la grande metropoli, pur nascondendo il rischio d’una omologazione senza sensibilità e priva di contenuti, è luogo di incontri che permettono la creazione anche di legami duraturi.”

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Progetti per il futuro? Avete in programma delle date sempre che si riescano a fare visto questo periodo in cui stiamo vivendo?  “Questo è un momento molto difficile per la musica e per il mondo delle arti e dello spettacolo in generale, in quanto questa crisi pandemica dovuta al COVID19 ha messo a dura prova gli artisti e l’intera filiera musicale. Non possiamo che augurarci di tornare presto sui palchi e sulle strade a cantare insieme al nostro pubblico.”

A nome mio e a nome di Almax vi ringrazio.
“Grazie a te”

CREDITS:

Al prossimo mese, la vostra Ely.