LUGLIO 2020 INTERVISTA A "MANUEL FINOTTI" A CURA DI ELISA PELLEGRINO

Ciao amici ed amiche di Almax! 

Questo mese amici di Almax vi presento Manuel Finotti.

Manuel nasce il 21 marzo del 1995 a Roma; è un polistrumentista, cantautore e autore. Nonostante la giovane età i suoi testi hanno una poetica d’altri tempi, in cui ci si può ritrovare per la sincerità, punto di forza dell’artista romano. Tra le attività live ha all’attivo diversi concerti e manifestazioni in tutta Italia, dall’Auditorium Parco della Musica di Roma al Premio Lunezia, rassegna d’autore. Tra gli ultimi lavori nel 2019 ha collaborato con diversi artisti di fama nazionale, tra cui Giordana Angi, un sodalizio artistico che li vede scrivere insieme diversi brani pubblicati nell’album d’esordio “Casa” che ha conquistato due dischi d’oro e nella partecipazione al Festival di Sanremo 2020 con il brano "Come mia madre". Lo scorso 29 maggio ha pubblicato un nuovo brano dal titolo “Forse dovremmo parlare” (Avarello Music Srl/Virgin Records), disponibile in rotazione radiofonica dal 12 giugno.

Ecco la voi la nostra “chiaccherata”:

Ciao Manuel e benvenuto su Almax Magazine.

Sei uscito con il singolo Forse dovremmo parlare (Isola degli artisti/Virgin Records), la cui copertina mostra una ragazza di profilo, la zona degli occhi strappata e al loro posto la scritta “non vuole farsi vedere”, la foto è all’interno di una pagina con il testo della canzone scritto con un carattere che ricorda la scrittura a penna; è quasi una sorta di lettera che indirizzi alla tua lei. Tu che hai bisogno di “parlare” ma lei non vuole e “fugge”…hai voluto sottolineare questa fuga proprio con questa immagine o è stata una casualità la copertina?

“Assolutamente sì, è stata un’immagine ricercata proprio per creare fin da subito questo distacco immaginario che si crea per via delle cose non dette.“

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L’incipit del tuo pezzo quando canti “… ma volevo dirti che parlo di te a tutte le persone…”: tu che hai necessità di averla accanto, che in ogni tuo discorso c’è lei, lei che invece non ne vuole sapere perché ha “rischiato” troppe volte e non vuole più soffrire. Non è un tema nuovo perché ognuno di noi si è trovato in una situazione simile ma spesso siamo noi donne a voler “parlare”…è una situazione autobiografica e quindi una sorta di “terapia” che ti ha aiutato a non interiorizzare questo momento o è semplicemente un racconto messo in musica?

“Si è un racconto autobiografico, è stato come mettersi in gioco, cosa che nella realtà difficilmente facciamo spesso e ho preso questo come pretesto per provarci. Mi piaceva l’idea di dire per una volta le cose nel modo più semplice possibile senza creare nessun film mentale.”

Tu hai scritto per Giordana Angi, quando e com’è nata questa collaborazione che ha portato anche al brano, Come mia Madre, che la cantante di Amici ha portato a Sanremo?

“Ci siamo conosciuti all’Isola degli Artisti Academy e da li abbiamo cominciato a scrivere piccole cose insieme fino a confrontarci sempre più spesso, poi il suo progetto ha preso il volo e le canzoni hanno fatto da tramite in questo viaggio.”

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Ti senti più un “autore” o un cantante?

“Dipende dai giorni, è una sorta di bipolarismo che viaggia parallelamente sulla stessa strada, ci sono dei giorni che canti fino al mattino giorni dove provi a buttare fuori delle cose che pensi o che vivi. "

È più difficile “scrivere” per se stessi o per altri?

“Non credo ci sia una distinzione, di base il pezzo nasce per te, per quel momento fondamentale, poi col tempo capisci che tipo di brano è e chi può difenderlo nel migliore dei modi.”

Quanta “sintonia” ci deve essere con l’artista che interpreterà la tua canzone?

“L’obiettivo principale è fare il bene del brano senza farsi fregare dal resto, diciamo che la sintonia è importantissima e senza difficilmente si riesce a creare una “squadra”.

Hai scritto solo per ex concorrenti del talent di Canale 5?

“No ho avuto la fortuna di scrivere anche per altri cantanti che non fanno parte di quel format con canzoni che ancora devono uscire.”

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Scrivi solo i testi o anche la musica?

“Entrambe le cose, diciamo che sul testo mi ci perdo più volentieri nella ricerca di termini o immagini da raccontare.”

Come nascono le tue canzoni?

“Dalle cose che mi circondano, fotografo tutto e poi cerco di raccontare al giusto momento le cose che mi hanno colpito di più.”

Come hai “vissuto” questo periodo di “chiusura”: è stato produttivo per la tua musica?

“È stato molto difficile essere produttivi per via delle mille notizie che ci circondavano ogni giorno ma abbiamo fatto del nostro meglio, insieme anche ad altri ragazzi ci siamo ritagliati del tempo per lo “Smart working” e per essere produttivi in quel momento. “

A nome mio e a nome di Almax Magazine ti ringrazio per la tua disponibilità. 

Ely

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