APRILE 2024: Cosa non fanno fare la sindrome da anonimato e crisi di identità... Testo di RENATO GARBIN

Cosa non fanno fare la sindrome da anonimato e crisi di identità... Il modo peggiore per sentirsi notati, di interessare a qualcuno, facendo diventare - o cercando di farlo - eccezionali, anche le cose giornaliere più banali.
Alla fine diventa anche una sorta di sindrome da influencers. Sono così "influenciati", che sperano di diventarlo anche loro, per fare soldi a palate, ignorando, poveretti, che da lì dove e come sono non se ne farà mai nulla. Tanto poi la gente, cosiddetta "normale" (ci sono da trovare i parametri della "normalità", prima), è sempre più "vaccinencer", contro le influenze da influencer, per cui possono esibire tutto quello che gli pare, ma non gliene fregherà nulla a nessuno, ritrovandosi da soli peggio di prima. E' triste, ma sono gli effetti collaterali di socialnetwork usati ad cazzum, da parte delle pesone con gravi problemi di personalità e, ancora più triste, di solitudine. Quelli che sanno creare attorno a se una situazione empatica, al di fuori del proprio ego, hanno un certo successo, specie se si impegnano, appunto, in qualcosa di sociale, senza mettere se stessi al centro dell'Universo, ma trattando gli argomenti nella maniera più utile a tutti.
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I social Network, possono risultare utili per coltivare un elemento che non si trova molto spesso, almeno non viene esibito così tanto: La curiosità, vuoi per la paura di sembrare ignoranti, vuoi perché tutti o la maggior parte, si basano sulla presunzione di sapere tutto di tutto e di tutti, senza porre delle domande, ma dando delle risposte per passata parola tra amici e parenti, che a loro risultano ineccepibili nel proprio sapere. Quando ci arriva sotto il naso un'informazione, il web serve per approfondirla, averne un senso critico, confrontare, chiedersi, soprattutto, fino a che punto sono fondate queste informazioni e prendersi la consapevolezza che tutto è relativo, chiedersi e chiedere sempre smentite e/o conferme, senza dare tutto per scontato e ineccepibile.
Poi, a mio modesto osservare - posso sempre sbagliare e questo lo tengo sempre in considerazione - molte persone si sentono come investite del ruolo di giudici dei talent show, con i propri "giudizi" (quasi sempre negativi o esageratamente a favore), pronti con i loro "per me è si", oppure il contrario, senza prrendersi nemmeno il gusto di un ascolto e visione attenta, goduta, assimilata davvero, per un consapevole piacere di avere ascoltato una canzone, vista una performance di merito, oppure il contrario. Così si perde il senso del gusto delle cose, perché è come ttracannare un bichiere di vino o strafogare un cibo, senza gustarlo, con la fretta di dire che "questo vino fa schifo, oppure lo stesso per questo cibo", magari solo per sminuire l'impegno profuso nel produrre le cose da parte di chi le fa.
Insomma, vogliamo mettere un po' in crisi coloro che ti informano h24 su ogni azione che compiono? Proviamo a chiedere loro se siano certi di avere fatto la cacca giusta nel momento giusto... per vedere di nascosto l'effetto che fa... ? ...