LUGLIO 2022 Intervista a Sophya Baccini, cantante dei Presence, leader delle "Sophya Baccini's Aradia" a cura di Lisa Annalisa Belli Alchem

Lettori di Almax, salve a tutti. Benvenuti nel “Camerino degli Artisti”.  Questa volta la parola va a Sophya Baccini, ben conosciuta cantante dei Presence,  leader delle "Sophya Baccini's Aradia",  curriculum di tutto rispetto, sia come cantante che come autrice, compositrice, arrangiatrice, possiamo dire che Sophya sia un' artista, completa.

LIsa: Buonasera Sophya, abbiamo detto che tu sei un' esponente femminile, illustre, del rock e del prog, dalla originale bravura e creatività, come è stato per te, esprimere queste  doti, in un ambito, inizialmente, prettamente maschile?

Sophya: Buonasera Annalisa, ti ringrazio per questa bella presentazione. Non è stato facile inserirmi nel Metal, nel Prog, nel Dark, che era il genere dei miei esordi con i presence e poi in seguito con le Aradia, band tutta al femminile.

È stato difficile riuscire a farsi prendere sul serio a proporre composizioni mie, e soprattutto, un personale modo di cantare  molto diverso da quello del metal classico che imperava all'epoca, stiamo parlando degli anni 90.  Sono stata una delle prime a introdurre la lirica nel metal, cosa che adesso è diventata una tendenza fortissima, quasi un must, cioè c'è la voce maschile magari abbinata ad una voce femminile. La lirica è sempre stata la mia passione, quindi ho introdotto questo elemento nel mio modo di cantare all'interno del genere. Sono stata molto criticata,  come succede  per tutti quelli che vogliono andare un po' avanti e fare qualcosa di nuovo dal genere classico.  Poi, a volte, ho avuto anche delle difficoltà, perché molto spesso ero l'unica donna presente in quell’ ambito, sia nel gruppo, sia quando si va in giro a suonare. Spesso non trovi il camerino. Quando c'è un check, quando si tratta di sistemare un po' la voce, i riverberi e tutto il resto, le spie eccetera.  Quindi insomma, imporsi  con carattere, per fare in modo di riuscire a far capire a tutti. Però è stata una cosa che non è durata per fortuna. In quel genere non era normale ascoltare una voce femminile,  con quello stile, in quel modo e sono arrivate poi anche tante soddisfazioni. 

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Lisa: Sono completamente d'accordo con te riguardo questo discorso e voglio domandarti un'altra cosa: Napoli è una città dalla quale non si può prescindere  quando si parla di arte, di musica. Quanto, questo tuo essere nata a Napoli, ha inciso, ha influenzato, la maniera di comporre, di creare. Io, personalmente, leggo nella tua musica un sostrato antico, come se si fosse rivestito della modernità degli ascolti che tu hai fatto durante la tua vita, quindi dei tuoi gusti personali. Cosa ne pensi, come si inserisce in questo contesto?

Sophya: Sicuramente ha influito moltissimo il fatto di essere nata a Napoli, di essere napoletana, proprio come respiro perché al di là di tutti i problemi che conosciamo bene che ha questa città,  c'è però una cosa molto bella che fa parte proprio della tradizione napoletana: lo studio della musica  proprio a livello educativo, cioè i genitori come portano i figli a scuola, come li portano in piscina, in palestra, gli insegnano anche uno strumento.  Come minimo, un pianoforte, una chitarra. Io ho riscontrato la musica in tutti gli ambienti, vado in banca e c'è l'impiegato che suona le tastiere,  chiacchieriamo di musica dei pezzi che gli piacciono e cosa gli piace suonare; vado dal dentista la stessa cosa, parlo con il medico per farmi scrivere qualcosa e lui mi dice che dopo il lavoro va a studiare chitarra classica eccetera. Quindi questa cosa è entrata proprio nel sangue nel senso che la musica  è nell'aria in questa città, stiamo parlando ovviamente della musica napoletana principalmente, ma anche di tutti i generi.  Qui si ascolta un po' di tutto, quindi se, da una parte, sono stata penalizzata perché io faccio una musica e ascolto una musica che è prevalentemente nordica come impostazione, però d'altra parte, ho avuto tantissime occasioni di lavorare,  conoscere,  progredire, suonare, proprio perché la città la pensa in questo modo, è fatta così.  Infatti io ho avuto una lunga esperienza come session e come arrangiatrice anche come corista ed è stata una formazione utilissima, perché poi, conoscendo bene la registrazione, tutto quello che riguarda  tirare su un disco, farlo bene in maniera professionale mi ha consentito  di poter tirare su da sola  tutti i miei prodotti più recenti e ultimamente, ho scritto anche un musical dedicato alla l'ultima regina di Napoli: Maria Sofia di Borbone e anche questo è stata un'esperienza molto bella perché il musical è rock. Diciamo che ovviamente non potevo non scrivere in quella maniera, perché quello mi esce, però è stato bellissimo, perché è stato allestito in collaborazione con un istituto professionale di Giuliano, che è un paese in provincia di Napoli. I ragazzi, ognuno di loro, o studiava danza, ascoltava la musica, o suonava uno strumento, cantava. Quindi trovare ragazzi che potessero interpretare i personaggi che potessero  creare le coreografie e fare costumi è stato facilissimo proprio perché ci  trovavamo a Napoli.

E quindi sono stata, come sempre, una delle prime a cantare in inglese, perché ero convinta che il metal si potesse fare bene in inglese, dato che è un genere che richiede, secondo me, proprio quel tipo di lingua  e di sonorità. Per me,  è come se uno volesse cantare La Tosca in inglese. Sarebbe, e rimane sempre, una cosa bellissima, per carità, però il linguaggio di elezione della musica lirica è l'italiano perché è nata così e quindi per me il linguaggio di elezione del metal, del rock e anche del prog era l'inglese. Il  Prog,  dato che ha avuto successo principalmente in Italia, questo lo sanno tutti,  secondo me, si sposa molto bene con la lingua italiana e anche con la lingua napoletana. Per rispondere definitivamente alla tua domanda nascere a  Napoli tutto sommato  è stato un vantaggio perché mi ha dato anche una sensibilità diversa perché secondo me mi pone  in  un punto di vista che, forse, se fossi nata in un posto diverso non avrei potuto avere e non avrei saputo apprezzare, contando anche che, a Napoli ,c'è una grandissima tradizione di  Rock classico con i fratelli Bennato e  di  gruppi, come già sai, con cui ho collaborato per tantissimo tempo, Il Balletto di bronzo e via dicendo.

Lisa: C'è una canzone che dice "Rock and roll will never die" secondo te,  Sophya, il rock Non morirà davvero mai, ma soprattutto attualmente è ancora vivo?

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Sophya: Grazie. Un altro brano che ogni tanto suono dal vivo in inglese, che faccio al pianoforte. Quindi diciamo che questo titolo, per me,  già è una risposta nel senso che non può morire dentro perché ormai è entrato in tanti aspetti della vita quotidiana anche nel modo di vestire in un certo modo di pensare, di porsi di fronte alla vita, di affrontare le cose, non è ormai  più solo musica, quando tu dici rock è immediatamente  un sacco di cose,  non soltanto la musica. Questo è importantissimo perché vuol dire che ormai fa parte di quelle idee, cioè dell'inconscio collettivo, per cui  di noi stessi.  Io non credo che sia morto assolutamente. Certo, ultimamente, si è un po' ripiegato su se stesso. È difficile perché è stato fatto un po' di tutto,  diciamo la verità,  proporre delle cose che risultino nuove, oggi, nell'ambito del rock, però c'è questa tendenza molto bella, quella delle contaminazioni  quindi diciamo che la cosa bella del Rock è la sua capacità di essere sempre presente non morire, questo modo di pensare che è quello di accogliere al suo interno qualsiasi altro genere di musica leggera.  Ha cominciato a lavorare con le orchestre, le opere, seguiva proprio la forma dell'Opera lirica. Non può morire un genere così aperto mentalmente da poter accogliere tutto quello che c’è  di nuovo e crea nel suo campo di azione, sottogeneri.

Alcuni potrebbero essere un po' troppo esclusivi nel senso che il metal si fa solo così, il rock and roll si fa solo così, questo può essere, da una parte ricerca di  purezza, però d'altra parte la purezza è  anche sterilità.  Troppo.  Per me,  do sempre il benvenuto a  mettere uno strumento nuovo, Come si sono inventati  nuovi modi di suonare. No il Rock non è morto e non morirà mai se conserverà sempre questo modo di porsi nella musica, cioè, se non si chiuderà in se stesso.

Lisa:-Sono perfettamente d'accordo con te,  Sophya,  anzi:  Long Life to rock'n'roll!!!  Io ti ringrazio tantissimo per questa interessantissima chiacchierata, ti abbiamo conosciuto meglio, abbiamo saputo,  più cose di te e ringrazio anche coloro che ci hanno seguiti fino alla fine di questa intervista.

Sophya: Grazie a te Lisa e grazie ad Almax.

Lisa Annalisa Belli Alchem